mercoledì 21 aprile 2021

Cittadini

Siamo cittadini di una Repubblica Parlamentare (fa caso scriverlo, pensando a ciò che rimane del parlamento … ) e non dobbiamo dimenticarlo! Certo, non viviamo in una democrazia perfetta: i rapporti con la burocrazia, l’imprevedibilità delle continue riforme, l’incomprensibilità del linguaggio normativo, l’incoerenza ideologica, l’elevato rischio dovuto all'incertezza del diritto, delle politiche pubbliche ed economiche, il dover accettare che sia lo Stato a decidere a che ora possiamo o come dobbiamo muoverci, quali siano i confini della nostra vita privata o le scelte che possiamo compiere e mille altri cavilli, mostrano come ancora persista una cesura verticale tra noi e lo Stato, ma è la consapevolezza di essere cittadini che eleggono i loro rappresentanti e che potrebbero candidarsi a loro volta per ricoprire quei ruoli, che non deve mai essere dimenticata. 

L'uomo è imperfetto e conseguentemente lo è il potere, diviso proprio per essere controllato, ma anche noi dobbiamo essere vigili, non solo coscienziosi, perché una cultura senza memoria è espressione di un paese destinato a soccombere. I nostri nonni hanno strappato con i denti la libertà e i nostri predecessori hanno guadagnato a fatica diritti che possono essere tolti con una semplice firma, ancor prima di essere disponibili per tutti. Ecco, questo è quello che non possiamo mai dimenticare: siamo destinati a dissolverci, ma non svaniranno le nostre idee, le nostre azioni, le nostre conquiste, il mondo che costruiamo e in cui vivranno i nostri figli e le generazioni future. Non si tratta di sofismi, neppure di incoscienza, si tratta di essere cittadini raziocinanti, trattati come tali, perché signori, c'è sempre stato e ci sarà sempre un nemico visibile o invisibile da sconfiggere, e se è vero che una democrazia per sopravvivere deve costantemente fare propaganda e proteggere gli elettori da un nemico, sta a noi interpretare le informazioni e capire quali sono i metodi da adottare ed elevare a primi esemplari. 

Il nostro è un mondo fondato sui prototipi e questi si stratificano e consolidano nel tempo diventando modelli reazionari, ma è ciò che sono dalla notte dei tempi, quindi un archetipo “ciaffardone” e sconclusionato, che parte dall'assunto di "popolo bue", non deve neppure essere concepibile nel terzo millennio. Nel confondere il progresso con la tecnica, l’informazione del sistema si è aggiornata, ma è rimasta funzionale, non vera o falsa ma valida, ed è molto diverso e importante comprenderlo, perché tutti noi siamo il sistema! Potremmo risolvere qualsiasi problema o ingiustizia se lo volessimo, anche se non credo che cambieremo mai le regole di base del gioco e i gettoni con cui scommettere! Possiamo però rendere la puntata più interessante, sostenendo nuove regole per il croupier. Quindi partiamo da azioni fattibili: ognuno ha il suo ruolo da rappresentare, i suoi soldi da guadagnare, il suo posto di lavoro da mantenere, la sua famiglia da sfamare, le sue mansioni e le disposizioni da seguire e nessuno vuole correre il rischio di subire ripercussioni che ledano la propria credibilità, ma questo non significa necessariamente condividere scelte “arraffazzonate” e frettolose che caratterizzano i momenti più difficili, proprio quei momenti storici che al contrario, richiederebbero il massimo della razionalità! Lo strumento lo abbiamo costruito, custodito e ampliato, ma non deve sconfinare nella tirannia che affligge il sapere, piuttosto deve rivelarsi un alleato gentile quanto poderoso: la conoscenza che diventa pensiero, parola e diritto di esprimerle, perché non c’è tirannia più spietata del pensiero unico, giusto o sbagliato che sia! 

Quindi, occhi aperti, leggere, documentarsi, studiare, unire i puntini per trovare il perché delle cose, attendere scrupolosamente i risultati di qualsiasi ricerca, non consentire scelte discriminanti, non permettere favoritismi categoriali, non trasformare la scienza in dogma e non usarla senza rigore pretendendo tempistiche mediatiche non pertinenti, piuttosto ricordare, ricordare e ricordare chi siamo e come ragioniamo in condizioni "normali", per interpretare la realtà che ci circonda. Sempre! Perché il rischio è perdere la memoria, le libertà individuali, tutto ciò che abbiamo costruito e conquistato in nome di una sicurezza che la natura stessa non ha previsto come conditio/cio sine qua non.

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