martedì 30 giugno 2020

Apocalittici integrati

Apocalittici e integrati ... Eco caro, oggi è: "Apocalittici integrati"... il potere delle congiunzioni nelle rivoluzioni culturali ... 

giovedì 25 giugno 2020

Concorsi?

Non è che puoi inventarti politico e rovinare un popolo intero! Ecco perché vorrei proporre un referendum popolare per rendere lo studio completamente accessibile e gratuito per tutti, dopodiché vorrei rendere obbligatorio agli aspiranti politici un test psico-attitudinale per verificare il loro stato di salute mentale, un'analisi per verificare l'eventuale presenza di sostanze psicotrope, rendere obbligatori corsi di specializzazione post-laurea, creare classi di concorso per la tipologia di carica che dovranno ricoprire, ma solo dopo una verifica della fedina penale... come base di partenza... chiedo troppo? In fondo devono essere i nostri migliori rappresentanti e portavoce. No?

lunedì 22 giugno 2020

Tempo

Il tempo perso a leggere sciocchezze sui social e a guardare la banalità del male in TV non ce lo restituirà nessuno. Ricominciamo a vivere nel mondo reale e se proprio soffriamo di astinenza da "non mi piace", alziamo un dito invece di premerlo sullo schermo!

martedì 16 giugno 2020

Foglie d'autunno

Quando gli uomini ignorano, sono sopraffatti dalla paura. Mentre lavoro e diritti diventano opzionali e serpeggia la censura a tutti i livelli, i cittadini confusi e disinformati, consumano il loro tempo indagando paradossali disposizioni burocratiche e non scientifiche chiedendosi: "per quale motivo in quel luogo analogo al mio, le norme prevedono misure così diverse?" In una sorta di esperimento di massa, dove un nemico certo ma invisibile prende il posto delle bombe atomiche di una nuova guerra fredda, dove le alte sfere con le loro maestranze non possono far altro che collaborare, il fallimento sociale è servito, senza che ci sia un solo rappresentante del popolo che possa fare la differenza. Qualsiasi opposizione di qualsiasi schieramento, potrebbe dissentire anche a ragione, ma solo se rimanesse tale e non diventasse maggioranza. Già da solo, questo fatto potrebbe risponde a tutti gli interrogativi più semplici, palesando lo sbilanciamento tra tecnologia, economia, politica e cultura. In conclusione: lavoro agognato, soldi necessari, schermi ipnotici e bavagli mediatici sembrano meritatissimi, almeno gli uomini sono impegnati tutta la vita a risolvere questioni primarie e nel tempo libero vengono distratti, intrattenuti, perdendo la forza e la lucidità, interrogandosi su questioni non rilevanti. L'unica nota amara restano i giovani, ai quali si sta togliendo il diritto al futuro. 

sabato 13 giugno 2020

La "squola" degli squali

L'istruzione condizionata da numeri e denaro non può avere come fine ultimo l'apprendimento qualitativo.

Un pensatore precario. 

venerdì 12 giugno 2020

AforisticaMente n°...

Se non conosci tutto, non puoi spiegare tutto. 

Ipo

Vi restituiscono il lavoro e il locale e ora ve ne sbattete di tutti gli altri! Bravi! Complimenti! Tutte le belle parole degli ultimi mesi, tutti i post solidali e globalmente condivisi sono già finiti nel dimenticatoio e non solo, vi permette anche di scrivere: "eehhh ma quanto vi incavolate... io non vi capisco!" Io invece vi capisco benissimo: siete ipocriti! 

giovedì 11 giugno 2020

Generazioni di fenomeni

Non fanno ridere! Non mi fa più ridere nessuno! Chi ci ha liberato è morto e sepolto e ora ci governano i loro figli, nati in quel processo di democratizzazione post-bellico chiamato boom economico, che ha prodotto solo omologazione, distrutto le piccole realtà e alimentato l'illusione di una fantomatica libertà sostenuta dal benessere tecnologico. Benessere effimero e superficiale, che non ha mai considerato le conseguenze dell'impatto in un mondo non illimitato. Ora governeranno i pro-nipoti viziati e senza memoria, istruiti dai nipoti cresciuti con la riforma scolastica liberale, dove le scuole valgono in base al numero di studenti iscritti e promossi. 

Ponte, ponente, ponti, pi...

Dopo il calcio, finalmente si ricomincia a parlare del ponte sullo stretto di Messina! Mi mancava, perché se ne è parlato per decenni a partire dagli anni '70! È un po' come non vedere più un amico per anni... ci si preoccupa! Ora, per sentirci più sereni, non ci resta che attendere un po' di articoli su coppie di fatto e migranti, argomenti in grado di ristabilire lo status quo ante e distogliere l'attenzione da noi stessi e dal mondo che ci circonda! 

Memoria...

Cancellare dalla programmazione  "Via col vento" anche solo temporaneamente, equivale a spazzare via la memoria e questo non va bene! Sarebbe come saltare il caputolo sulla seconda guerra mondiale per non ricordarne gli orrori.

No, no, tranquilli: inizio di carriera politica!

Con il dovuto rispetto, senza entrare in zone liminali e pericolose, mi permetto di dire la mia, che è e resta solo un'opinione personale. Premesso che leggerò con curiosità i risultati quando saranno presentati e premesso che non conosco le percentuali e neanche i dati del mix delle aree di origine genetica, ma ad occhio e croce credo che, oltre alla varietà enorme di incontri avvenuti nei secoli, per cui una persona avrebbe sequenze provenienti da tutto il mondo, solo negli ultimi 60/70 anni, la migrazione dal Sud Italia verso le regioni del Nord, ha fatto sì che la questione genetica si sia ulteriormente complicata. Pensate solo alle grandi metropoli del Nord; quante persone di origine meridionale? Forse più della metà? Si fosse trattato di un isola specifica, dove talvolta gli abitanti hanno un dna caratteristico perché più isolati nel tempo, avrei ritenuto il tutto possibile, ma in un'area vasta e di passaggio come il Nord, mi sembra altamente improbabile riscontrare particolari concentrazioni di varianti dei geni Hla per via della provenienza geografica. 
Visto alcuni studi già validati, concentrerei l'attenzione principalmente su fattori ambientali ma non genetici, così variegati e difficili da valutare globalmente. In particolare considererei stagionalità, Sole, umidità, inquinamento, influenza delle Alpi sulla circolazione atmosferica, rapporto tra densità di popolazione e percentuale di zone rurali rispetto a quelle urbane.

martedì 9 giugno 2020

Evoluzioni linguistiche

L'etimologia di "complotto" e "complottista" è incerta, ma molto antica. Alcuni sostengono significhi "implicito, nascosto e di comune accordo", altri arrivano addirittura a "segreto concerto di molte persone per nascondere un fine il più spesso colpevole". Solo in tempi recenti, più o meno da quando esiste la rete, è diventato un termine molto diffuso, ma stranamente ha cambiato accezione e viene utilizzato con significato opposto a quello antico. In sostanza il vocabolo "complottista" originariamente si riferiva a chi nascondeva la verità, non a colui che credeva esistesse un complotto. Misteri dell'evoluzione linguistica...

venerdì 5 giugno 2020

Storie di ordinario precariato

Cara ministra, volevo condividere con lei la mia esperienza. Sono un insegnante tecnico pratico e insegno dal 1999. Essere chiamati nella scuola pubblica non è facile e per questo ho insegnato in istituti privati e accademie militari. Gli istituti di istruzione superiore pubblici mi hanno chiamato in passato, saltuariamente e per brevi periodi. Mentre passavano gli anni e lavoravo, mi sono comunque aggiornato e laureato perché sapevo che dal 2025 non avrei più potuto svolgere la mia attività di insegnamento, ho fatto esperienza e frequentato tutti i corsi, anche quelli non richiesti come i 24 cfu. Arriva il 2017, finalmente mi chiamano alla statale per un  anno intero, mi confermano il secondo e il terzo anno. Va tutto bene, la mia esperienza pluriennale paga e alla statale instauro con gli alunni un rapporto bellissimo e loro apprendono, crescono, migliorano. Finalmente arriva il concorso straordinario, è ora di regolarizzare la mia situazione, di ufficializzare questi anni, ma non posso farlo perché la mia classe di concorso è stata esclusa. La famigerata a-66. La mia laurea non è compatibile con la a-41 e sono fuori dai giochi e quello che più mi rattrista, non è perdere i miei 21 anni di esperienza, ma perdere gli alunni e sapere che il prossimo anno, magari avranno un giovane inesperto che farà gavetta su di loro.

Spero ci sia un'alternativa per me, ma ad oggi non intravedo soluzioni.


La ringrazio in anticipo per l'attenzione e la saluto cordialmente.
Marco Brama 

prospettive

Stiamo assistendo e si sta prospettando un futuro orribile per la società. Sono allibito e disgustato! La democrazia è un'altra cosa. Poi certo... comodamente in casa, tutto può sembrarvi meno brutto e l'abitudine alle cose brutte confonde, ma ricordatevi per un attimo come eravate, come eravamo e come siamo. Diffidate di chi si erge a paladino della cultura, perché un popolo di affamati a cui dai le briciole di pane regolarmente, non cerca di sfamare la verità, ma lo stomaco. E smettetela di giudicare con l'indifferenza, piuttosto vergognatevi di voi stessi e della vostra omertà.

martedì 2 giugno 2020

2 giugno

Quando non si è abituati ad avere spirito critico, in un attimo possono nascere incomprensioni e su Fakebook è un attimo. È proprio per il mio totale rispetto per le istituzioni che provo piacere nel difenderle dalla speculazione; è per merito o per colpa dei miei studi universitari che sono abituato a documentarmi, a leggere TUTTO, per comprendere la realtà che mi circonda. Ogni volta che ho postato un articolo critico è sempre stato accompagnato da una fonte accreditata o da una ricerca comprovata e l'obiettivo è sempre stato quello di guardare con attenzione alla superficialità di certi atteggiamenti, spesso contrari o distanti dai valori e dai principi Costituzionali. E a quelli che hanno travisato le mie intenzioni e mi hanno ignorato o attaccato in privato, ribadisco: leggete con più attenzione, perché chi non voleva che il pensiero divergente esistesse, bruciava i libri per cancellarne la memoria! Buona festa della Repubblica a tutti!

lunedì 1 giugno 2020

Le età dell'uomo

A 10 anni non sei consapevole, i ventenni sono rincoglioniti dai social, dalle app e dagli ormoni, i trentenni credono di avere tutta la vita davanti e continuano imperterriti ad alimentare e cambiare lavori precari, i quarantenni sono così affamati che svolgono qualsiasi lavoro, purché garantisca un minimo di serenità, i cinquantenni sono così stanchi degli anni impiegati a cercare un lavoro che ora che ne hanno uno, anche sottopagato, non vogliono cambiare nulla, i sessantenni tirano dritto perché devono assolutamente arrivare alla pensione e per loro gli altri perdono solo tempo ad arrabbiarsi, i settantenni sono già nella dimensione del "non me ne po' frega' de meno". Ecco: chi si preoccupa di comprendere e mettere in discussione una realtà che non piace? 

DaD

È da qualche settimana che voglio farlo ed oggi, ho finalmente trovato il tempo per raccontarvi la mia personale esperienza con la DaD, la famigerata Didattica a Distanza.
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Sono le 11.50 del giorno 4 Marzo 2020 e da giorni si vocifera di una possibile e imminente chiusura delle scuole. Non è un mercoledì qualunque, c'è tensione dell'aria e non mi stupisco quando ci viene detto di non far uscire nessuno dall'aula. Riesco a trattenere a fatica gli alunni in classe durante la ricreazione con raccomandazioni rasserenanti, ma noi docenti sappiamo che c'è qualcosa che non va. Non è la solita ordinanza da nevicata, che ci farà stare a casa un paio di giorni, è qualcosa di nuovo e preoccupante. I ragazzi hanno i volti smarriti, i miei colleghi sono atterriti. Non si può uscire, è pericoloso! Metto in campo tutta la mia calma per tranquillizzare gli alunni e fornire loro le ultime istruzioni, per potersi collegare l'indomani sul portale per la didattica a distanza, ma è un attimo; poco dopo suona la campanella ed escono tutti di corsa, increduli e senza quasi salutare, non sapendo per quanto tempo la scuola resterà chiusa. Lascio la lavagna sporca di gesso, forse un organigramma non completo, metto al suo posto la sedia e mi avvio, come stesse finendo il mondo. Arrivato a casa inizio subito ad armeggiare per organizzare la DaD e non è il solito video online o l'archivio condiviso dove consentire recuperi o approfondimenti, è un nuovo ambiente, senza materia, senza banchi che profumano di gomma da cancellare e pavimenti costellati di pezzetti di carta, ma pur sempre un'aula, nella quale i miei alunni meravigliosi si collegano da subito. Ci sentiamo con i colleghi, facciamo videochiamate, ci confrontiamo e confortiamo, siamo tutti disorientati, cerchiamo di sdrammatizzare, parliamo di capelli ingestibili e barattoli di Nutella nascosti nel cassetto. Nel frattempo le lezioni proseguono e nel giro di un paio di settimane i ragazzi sono tutti online, inizialmente più per necessità di informazioni e curiosità che per altro, ma tanto basta per trasformare di lì a poco tutto, non negativamente, ma in modo nuovo, non come si trattasse del surrogato di un cibo più buono, ma proprio di un'altra ricetta, forse meno profumata e meno saporita, ma comunque nutriente. Inizio a lavorare 24 h su 24, mentre continuo ad aggiornarmi e a studiare, fornendo supporto a tutti gli alunni e ai colleghi. Molto stress, tanto, troppo, ma sento che è importante, importantissimo. È fondamentale mantenere un rapporto con i discenti, con le loro famiglie, con la vita che conoscevano. Realizzo videotutorial e organizzo videolezioni e i miei alunni sono tutti lì, fragili, piccoli, bisognosi di conforto. Hanno gettato la maschera dell'adolescenza e dietro quei frugoletti che a scuola erano talvolta impertinenti, emerge la loro fragilità e uno smisurato bisogno di normalità. Passano i giorni e scopro dalle bozze ministeriali che la mia classe di concorso è ad esaurimento, non so se potrò insegnare ancora ai miei ragazzi l'anno successivo, mi demoralizzo ma continuo per tutelarli e proseguo senza sosta, cercando di trasmettere quanta più serenità possibile, in questo “non luogo” dove scambiare una parola, dove dare conforto, dove ribadire l'importanza del rispetto per le regole è spesso un'impresa titanica. Microfoni che gracchiano, videocamere che ballano, connessioni che sembrano possedere una vita propria, trasformano alcune lezioni in concerti futuristi mentre gli alunni chiedono: "Professo', ma ritorneremo a scuola?" "Questa è già la scuola ragazzi! In questo momento sfrutta le tecnologie informatiche, quelle che vi spiego dall'inizio dell'anno! Vedete quanto è importante studiare? Se non avessimo affrontato questi argomenti, oggi non saremmo qui a parlare!" "E' vero ... ma io voglio stare con i miei compagni, con i professori! Quando torneremo?" "Non lo so ragazzi, spero presto!" Quegli occhi talvolta assonnati, talvolta gonfi di lacrime, quelle videocamere all'occorrenza spente perché forse attivate in pigiama, mi hanno messo di fronte ad una generazione privata, seppur per necessità, seppur per un periodo temporaneo e che si spera non torni mai più, della gioia di muoversi e conoscere il mondo, dell'alterità, degli amici. Nelle prime settimane i ragazzi non sono mai usciti, la spesa è compito dei genitori e loro non possono muoversi; hanno paura, dormono quasi tutto il giorno, mangiano schifezze e la situazione mi allarma, c'è bisogno di noi insegnanti, di tutta la nostra empatia e di tutto il conforto possibile, per ricordare che noi ci siamo, siamo lì per loro e fuori c'è il futuro e il mondo pronto ad accoglierli, ed è un mondo meraviglioso, tutto da esplorare, gestito da istituzioni delle quali fidarsi sempre. Questo è quello che ho cercato di offrire e quegli incontri settimanali, necessari per conoscere le nuove tecnologie e trasformare le abilità in competenze, si sono rivelati importantissimi fili di Arianna, briciole di pane di Pollicino, da seguire per "riveder le stelle". No, non sono solo parole sdolcinate, ma il ricordo di un momento di condivisione e solidarietà, un frammento di umanità e di calore che solo attraverso la scuola sono stato in grado di trasmettere. Trascorrono le settimane e il nuovo ingranaggio comincia a funzionare, ma tra i ragazzi si diffonde la voce che nessuno verrà bocciato; mi informo, la notizia è trapelata, avrei immaginato di sentirne parlarne il 7 giugno e comincio a temere il totale abbandono, ma loro sono ancora lì, puntuali per i nostri incontri settimanali. Il tempo passa, c'è confusione le notizie si accavallano, diventa difficile districarsi tra comunicati e voci di corridoio; qualche ragazzo teme la bocciatura, qualcuno i recuperi, noi ci ritroviamo a compilare rimodulazioni e nuovi moduli mai usati, ma i miei alunni sono sempre lì, pronti per i nostri incontri settimanali. Settembre è dietro le porte e nessuno di noi sa con esattezza cosa ci riserverà il futuro. Forse, speriamo, tutto tornerà come prima, ma quello che ha scoperchiato questa pandemia, è un sistema trascurato, con infrastrutture spesso inadeguate, vecchie, con aule piccole e talvolta fatiscenti, dove i dirigenti fanno i salti mortali centellinando ogni spicciolo per apportare migliorie e acquistare materiali; un sistema che dovrebbe essere la base degli investimenti di una società e invece è abbandonato alla buona volontà degli addetti ai lavori; ci siamo abituati a tutto questo, invece dovremmo indignarci, perché servono molti più soldi, servono lavori e lavoro, perché l'emergenza ha aggravato le diseguaglianze ed esteso i confini della povertà e questo ha messo ancora più a rischio per i ragazzi, il diritto a una vita dignitosa e piena di opportunità e di istruzione, che è l'unica vera arma per interrompere la trasmissione della povertà da una generazione all'altra.