domenica 28 febbraio 2021

Acquario

In fondo è tutta una questione di prospettiva. Prima il soggetto, poi il paesaggio, prima la bidimensionalità, poi Giotto, la prospettiva lineare, Masaccio, il cubismo, il ready made, il corpo, fino alla realtà virtuale e agli ologrammi. Conquiste o semplici cambi di prospettiva, evoluzione e affermazione di nuove idee e visioni del mondo, poco importa. Tutto dimostra come il superamento della bidimensionalità sia in fondo il superamento di un limite culturale, di un confine forse percepito, ma comunque creato ... come le cornici di un quadro. Credo che tutto sia in realtà una semplice questione di punti di vista, lo cantava anche Jarabe de Palo quando intonava: "Da che parte guardi il mondo tutto dipende". Per cui dal punto di vista di un pesce rinchiuso in un acquario, il mondo finisce dove inizia il vetro costruito dal suo proprietario che gioca a fare Dio.

sabato 20 febbraio 2021

Quando la fantascienza prevede gli avvenimenti. Lo strano caso di Fuga sa Adam

Fuga da Adam è un libro indipendente di fantascienza, incipit di una saga ancora ferma al primo volume. Il sistema solare migliaia di anni fa, raccontato attraverso le peripezie di un antieroe che vive esperienze estremamente interessanti e offrendo numerosi spunti di riflessione nonché attinenze con la situazione attuale. Leggiamo un breve estratto da "Xadu Loop- Fuga da Adam", 2018/2019.

Trascorsero molti cicli e si cercarono le soluzioni migliori, per riportare Adam al suo stato di perfetto equilibrio. I dati parlavano chiaro: il pianeta poteva sostenere pochi milleni di abitanti. Dovevamo ridurre la popolazione senza destare sospetti o avremmo rischiato una ribellione planetaria. Il primo passo fu quello di gestire la popolazione attraverso il desiderio per il piacere. Un piacere difficile da raggiungere per le persone comuni, ma costantemente raccontato e mostrato come modello in ogni occasione. Lo stato di frustrazione non fu un vero problema, anzi fu sfruttato abilmente, drogando la popolazione. Usammo il cibo, il gioco, il lusso, il sesso, l'aga,  fino ad arrivare ai connettori virtuali, delle vere e proprie stanze elettroniche, che distoglievano l'attenzione dalla realtà. Creammo un mondo di morti viventi, capaci solo di attaccarsi gli uni con gli altri, senza rendersi mai conto di cosa stesse realmente accadendo. Dopo pochi cicli, ci accorgemmo che anche pochi milleni di abitanti, sarebbero stati troppi da gestire senza scendere a compromessi e questo in un qualche modo, sembrò giustificare il piano di depopolazione avviato. Si decise allora di avvicinare le famiglie più influenti del pianeta, stimando un numero adeguato di adamiani, per vivere in perfetta armonia. Furono stilate numerose norme, alcune delle quali molto rigide, come quelle sul blocco delle nascite, e i prescelti dovettero sottoscrivere la "Carta del nuovo mondo" al buio. Tutto era stato stabilito da mio padre e dai dodici rappresentanti più ricchi delle antiche province. Non era prevista nessuna possibilità di appello, nessuna proroga, nessuna concessione. Dopo aver sottoscritto il documento, trenta killeni di famiglie furono avvisati. Nessuno di loro doveva mangiare determinati cibi, bere specifiche sostanze, utilizzare certi prodotti, le medicine indicate o trovarsi in determinati luoghi in momenti prefissati. Fu fornita una dieta e l'aerosol vegetale divenne una pratica obbligatoria, per sopperire la carenza di ormoni e vitamine di cui soffriva la nostra specie dalla grande rivoluzione tecnologica. Le istruzioni erano dettagliate e consideravano ogni aspetto della vita. Tutti i membri delle famiglie dovevano cessare ogni contatto con gli estranei e impegnarsi a non divulgare nessuna informazione, pena la morte. Nel giro di qualche ciclo, il resto degli adamiani fu decimato in attentati, catastrofi, guerre e incidenti. I sopravvissuti diventarono sterili e lentamente si ammalarono di nuove e "incurabili" malattie, diffuse casualmente per non destare sospetti. La popolazione chiedeva aiuto, protestava, si dannava per trovare una soluzione ma ogni forma di sperimentazione non ufficiale fu vietata e i ricercatori più abili, furono radiati e arrestati. Solo noi avevamo i farmaci per debellare ogni agente patogeno, annullare gli effetti di polveri e metalli diffusi nell'aria, nonché superare indenni le numerose epidemie. Il pianeta si spopolò più rapidamente del previsto e si rese necessaria un'operazione di riutilizzo delle risorse mai conclusa.

carte

Tu puoi anche avere carte diverse, perché mischi le carte, le carte girano e puoi vincere o perdere; la partita finisce e inizia nuovamente, ma le figure delle carte e le regole sono sempre quelle. Le carte non perdono mai!

mercoledì 17 febbraio 2021

... c'era una volta...

Ieri guardavo il bellissimo film Olandese "Armada" e ho pensato che una volta c'era la sinistra, con un nutrito gruppo di giovani contro il potere e le sue millenarie cospirazioni politiche. Manifestavano per i diritti del popolo, conto i poteri forti, contro le lobby, le banche, le guerre, il nucleare, l'inquinamento... 😂😂😅😂 poi a 'n certo punto della storia se so incartati da soli, gli hanno dato due lire da impiegati per tenerli buoni, gli hanno detto che le attività private sono superiori a quelle statali e loro ci hanno creduto, illudendosi di essere benestanti e arrivati ad annusare il potere, 😂😂😂 ma il potere vuole solo consenso e pensa solo al potere, non a chi lo alimenta. E da tutta questa ruota, solo un tiranno è fuori perché è egli stesso il potere... e lo sanno pure li sassi! 😂

giovedì 11 febbraio 2021

Fantascienza da due soldi

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Vorrei tanto sbagliarmi su questa finaccia della società occidentale, vorrei tanto riuscire come chiunque ad illudermi che con le mascherine e i vaccini si risolverà tutto, vorrei che la nostra visione etnocentrica corrispondesse ad una reale illuminazione culturale che ci renderà i numeri 1 nel migliorare il mondo, ma l'antropologia culturale ci ha insegnato che le visioni etnocentriche sono miopi e che la globalizzazione a più marce, in un mondo con aree forti dai confini ben delineati e irremovibili, sono fallimentari. Ecco cosa ha fatto la pandemia, ci ha messo di fronte alla nostra fine culturale. Non che io non creda nei suoi cardini, ma questi si stanno scontrando con idee non riscrivibili, in attesa da millenni di affermarsi e che abbiamo sempre ignorato e trattato con la mentalità del colonizzatore bianco. Colonizzatore sciocco e presuntuoso, che ha pensato solo all'economia e non alla cultura vera sfruttando il surrogato di un'idea di divertimento illusorio ed effimero. Uno stile di vita non cambia la concezione stessa di società, la rende più alla moda, ma solamente sotto la struttura portante e monolitica di usi e costumi millenari. Chiaramente è una mia visione basata su un'osservazione non scientifica, anche se sostenuta da dati e tendenze, e che potrebbe rivelarsi del tutto infondata. Credo che nel giro di 4/5 anni si definirà stabilmente lo spostamento economico-politico e accadrà in modo destabilizzante, anche se continueremo a raccontare e mostrare una verità parziale per molto tempo. Non so se avverrà con una guerra, con un'altra pandemia o semplicemente per inerzia, ma in sostanza credo che tutta sta manfrina che stiamo facendo, dove tutti si riempiono la bocca per negare l'evidente e non aprire il vaso di Pandora tentacolare per evitare il pandemonio popolare, sia solo il lento prolungamento di un'agonia, in cui ci illudiamo di essere ancora il centro del mondo, i migliori, i più ricchi, quelli che sanno e dettano le regole. Ma gli imperi e le civiltà spariscono continuamente...  maya, aztechi, inca, babilonesi, sumeri, mongoli, persiani, romani... qualcosa rientra nel ciclo, qualcosa rimane, ma tutto il resto cambia o scompare. Non è né una novità, né un'ipotesi remota. Ste strizzate di vecchi cadaveri pressati a cui non abbiamo dato neanche degna sepoltura (il petrolio) sono un po' come le arance secche fuori stagione, ma non sarà la batteria di un'automobile a salvarci. Tutto si muove digitalmente e ogni giorno migliaia di lavori spariscono, sostituiti da noi al servizio di noi stessi (immagina i negozi e le banche online per dire...), che togliamo posti di lavoro a commessi e impiegati. Casse automatiche, distributori automatici, robot, droni... sì, tutto bello, tutto meraviglioso... ma chi ha pensato al sostituto del lavoro? Cosa faranno migliaia, milioni di persone una volta che tutti i lavori saranno sostituiti? Nel goffo e arcigno tentativo del capitalista di guadagnare sempre di più e spendere sempre meno, si è delineato un problema insormontabile: chi comprerà se nessuno lavorerà? Troppo semplice come analisi? Beh, certo, non sto scrivendo un trattato, ma un post, però prova ad allargare il tutto a livello planetario e argomenta se ci riesci. Prova a parlare di polverizzazione, di piccole imprese, di soldi virtuali, di servizi, di assistenzialismo, di classe media, di operai... provaci! Concludendo: nel tentativo di proteggere i più inconsapevoli dall'ineluttabile, tutto ciò che abbiamo con forza negato si è dimostrato vero e la verità frammentata è un mosaico non iniziato e già in disfacimento. Rispondere con la forza non è nemmeno più proponibile, perché ad oggi non siamo neanche i più forti. Per cui... godiamoci questi ultimi anni di briciole di benessere e pseudo-ricchezza che ci hanno concesso, prima del great reset! In bocca al lupo a chi verrà...

venerdì 5 febbraio 2021

Involuzione Controllata: quando Marco Brama aveva visto lungo.

di Claudia Pori

Era il 2015 quando Marco Brama dava alle stampe un piccolo saggio passato un po' in secondo piano. Ma cosa avrebbe di speciale questo breve libricino? A quanto sembra, conterrebbe alcuni passaggi molto interessanti come quello sull'Involuzione controllata, che sarebbe in atto proprio in questo periodo storico. Leggiamo alcuni passaggi di "Distoria - per una crono conoscenza dell'uomo".

[...]  Un'alternativa a questo sistema millenario e storicizzato, potrebbe consistere nella conversione di tutte le attività e di tutte le industrie legate alle attività belliche, per affrontare un passaggio verso un modello ecosostenibile, più vicino ai ritmi naturali, dove non ci sia accumulo, ma solo sostentamento. Per attuare questo piano non basterebbe però una rivoluzione; sarebbe necessario smantellare tutta la costruzione, tutto il sistema, tutti i modelli di riferimento che condizionano le nostre vite da millenni. Non è affatto semplice, ma è fattibile. Prima sarebbe però necessario essere lungimiranti, immaginare un mondo diverso, basato su pratiche non primitive, ma biocompatibili e biosostenibili. Considerare che il pianeta è uno soltanto e presto sarà totalmente sovraffollato. Non si tratta di attuare un controllo delle nascite, semplicemente di utilizzare il necessario. L'attuale produzione di cibo, carne, frutta e verdura, avviene in modo altamente inquinante e a ritmi insostenibili. Non entro nel merito di pesticidi e organismi geneticamente modificati, dico soltanto che c'è un esubero di produzione altissimo. Alimenti che vengono gettati, macerati, bruciati per impedire il crollo dei prezzi e ovviamente una parte della popolazione non ha accesso a questo tipo di risorse, perché l’importante non è distribuire equamente, ma compulsivamente accumulare il più possibile per essere i più forti e inconsciamente, essere pronti ad affrontare un inverno rigidissimo. Potrebbe fare la differenza riuscire a concepirsi come società realmente globale, consapevole dei propri limiti e più cosciente della finitezza dell'ecosistema in cui vive. Solo in questo modo si potrebbe aprire uno spiraglio per il futuro della biodiversità che abbiamo forse irrimediabilmente alterato. (segue)

[...] Quello che sarebbe auspicabile è invece una sorta di involuzione controllata, attraverso la quale standardizzare compiti e responsabilità, rinunciare ad approcci di tipo soggettivistico e scegliere modelli di condivisione collettiva dei beni, ragionare in termini di ecosistema limitato, utilizzare solo risorse rinnovabili e scrollarsi di dosso tutte le civetterie legate al superfluo. Bisognerebbe inoltre avere chiaro, come ogni singola invenzione, anche la più piccola, quella apparentemente innocua, debba essere sempre valutata in vista delle conseguenze che porterà nella società stessa alterando le leggi del caos. Non è auspicabile, come dicevo, rinunciare alle scoperte scientifiche e tecniche. Non bisogna misconoscere le conquiste mediche, ma queste dovranno essere disponibili sempre e soltanto in modo gratuito, senza possibilità di originare un mercato della salute a sua volta discriminante. Anche il sapere dovrà essere gratuito per tutti e dovrà essere preservato e ampliato, ma in quanto sapere accumulato, sarà utilizzato per illuminare le menti e portarle ad interrogarsi sul significato di piacere e di uno stile di vita realmente appagante, che utilizzi le risorse a disposizione in modo non distruttivo. È possibile creare elettricità, spostarsi velocemente, produrre tecnologia con risorse non inquinanti e completamente ed "eternamente" rigenerabili. Quindi bisognerà sollecitare una conversione industriale che dia respiro a questa sfera che avanza nel Cosmo, ruotando intorno alla sua Stella che, a sua volta, avanza e ruota intorno al centro galattico creando una spirale, che altro non è, che una macroelica di DNA che ci ricorda che tutto è in perenne divenire, diverso, unico, peculiare, irripetibile, e per questo speciale. (segue)



[...] Bisognerà partire dall’alto, dalle menti più illuminate e lungimiranti, che dovranno “sporcarsi” le mani, scendere in piazza, scrollarsi di dosso le velleità personali, pensando solo ed esclusivamente all’obiettivo finale e al bene comune, costituendo, sotto la spinta di questo nuovo modo di concepire la vita, un movimento profondamente ideologizzato, che coinvolga e porti gli uomini a desiderare un cambiamento radicale e che possa influenzare e convertire man mano tutte le culture. [...] E se è vero che l’uomo difficilmente antepone gli altri a sé stesso, è pur vero che il contesto influisce sul suo agire, alterando la sua naturale predisposizione alla cooperazione. L’uomo contemporaneo è egoista, non per nascita, ma per via della contingenza. Il millenario contesto storico, innaturale e per questo motivo deformato e spietato, mai realmente mutato e solo stratificato e legittimato dagli eventi, ha condizionato tutta la fase storica dell’evoluzione umana. Contesto e uomo si influenzano reciprocamente, diventando l’uno riflesso dell’altro. L’uomo è superficiale, distratto, non guarda oltre la propria sfera protettiva, non pensa alle conseguenze delle sue azioni sugli altri. [...] Annullando il disequilibrio tra nord e sud del mondo, cambiando radicalmente il contesto, modifica realizzabile solo partendo dall’alto, e assumendo per certo il fatto che tutti i bisogni, con le attuali conoscenze, possono essere già soddisfatti localmente e in modo totalmente biosostenibile, il passaggio alla terza fase dell’evoluzione umana, quella post-storica, sarà una semplice conseguenza. 



giovedì 4 febbraio 2021