lunedì 25 gennaio 2021

Fisico VS sociale

Che poi vedi? Quasi un anno fa scrissi che distanziamento sociale è una bruttissima espressione! Le parole hanno un peso! Perché non distanziamento fisico? Lo scrissi, nessuno commentò e pensai di essere così noioso con le mie precisazioni che cancellai il post. Proprio oggi lo afferma anche la Crusca e capisco che chiamarlo distanziamento sociale ha suggerito un significato perché, mentre qualcuno potrebbe dire meglio tardi che mai, mi rendo conto che le disposizioni che impongono la chiusura di certe attività e il coprifuoco non sono di tipo fisico, ma appunto di tipo "sociale".  Forse se lo avessimo battezzato "distanziamento fisico", avremmo suggerito altre modalità operative.

Non c'era!

Discorsi da bar
- ... ma io me lo ricordo come era un po ' di anni fa... fino alla fine degli 'anni '80 si stava meglio... in tutti i campi, poi è iniziato il declino!
- eh... va beh, mi sembri mio nonno! Si stava meglio quando si stava peggio!
- Ma non dico affatto che si stava peggio! 
- ... ma dici?
- Hai voglia! Pensavamo di poter fare tutto ed era vero! Noi che all'epoca eravamo giovani dovremmo ricordarlo! Rifletti un attimo. Paragona la scuola, l'informazione, la politica, la sanità dell'epoca con quelle d'oggi...
- Ma sono stati fatti tanti progressi da allora...
- Ne sei convinto? Dimmi una sola cosa che è migliorata o che è migliorata per te o per i tuoi figli! 
- Beh... io lavoro ed ho un bel lavoro!
- Ma tuo figlio che ha 30 anni ancora non lavora!
- Ma adesso c'è la pandemia!
- Ma non lavorava neanche prima e ha due lauree e un master!
- Ma sono lavori che richiedono tempo!
- Sarà... dai altre cose?
- Che ti dico? Le auto sono più sicure...
- Si ma durano meno!
- Beh, che c'entra tutto dura di meno! È tutto usa e getta!
- Ti sembra un miglioramento?
- Ma le cose costano di meno! Pensa ai telefonini!
- Si, quelli grazie ai quali non hai più privacy e tempo per te!
- Eh, con questa privacy! Come se dovessi nascondere chissà quali segreti di Stato. E poi sono comodi e utili! Se ti succede un incidente puoi chiamare!
- Se ti succede un incidente e puoi chiamare ti è andata di cu..!
- Aho, ma non c'hai niente da fare oggi? Ma che t'ha pizzicato la tarantola?
- Ma no! Era pour parler!
- Comunque dai, ci sono stati miglioramenti! Le donne sono più tutelate!
- Ne sei convinto?
- Beh, non peggio...
- Ok! Hai ragione! È stato concesso qualche piccolo contentino sulla carta per qualche minoranza, ma solo a livello formale! In pratica ci sono le stesse discriminazioni più altre nuove! 
- Dici?
- Eh già! 
- Comunque rispetto all'epoca oggi ci sono più canali TV! Almeno alla sera sai cosa fare!
- Ma non erano meglio cinema e teatri?
- Eh, ma adesso sono chiusi! E poi con tutte queste serie TV neanche ti va di uscire! 
- Ma c' è più omologazione... sono tutte serie TV americane, una spiccicata all'altra! Fatto un genere è tutto un copia copia! 
- Mamma mia che stress! Ma che vuoi da me?
- Ma niene! Daiiii, ci si confronta un po'!
- Beh, allora ti dico che oggi ci sono più persone diplomate e laureate! 
- Si, ma se guardi bene sono meno preparate! 
- ... Ma tu sei un reazionario tremendo!
- Ma neanche un po'! 
- Che pa*** che sei ... mi hai talmente rotto che ora come ora non mi viene in mente niente...
- Ma suuuu... ma qualche problemone del mondo non ti viene in mente?
- Ma certo, ma che ti devo dire? I grandi problemi sono sempre lì... guerre, povertà, inquinamento, corruzione, droga... contento? -
- Ma no che non sono contento! 
- Beh, allora, che vuoi? Voi che fate tanto i "Sapientini", non solo una soluzione non ce l'avete mai, ma non date nemmeno una risposta certa! Soltanto bla, bla, bla. Dimmi allora: cosa pensi sia successo secondo te? Perché sarebbe tutto peggiorato? 
- Che ti dico? Penso che con gli anni' 90 sia arrivato Internet e che la tecnologia non sia stata regolamentata correttamente, tanto che ha preso il sopravvento in ogni settore, dall'intrattenimento all'economia, dall'istruzione alla sicurezza, dalla sanità alla comunicazione. 
- Dici? Tutto qua? Cioè tu mi tiri fuori un argomento così complesso, mi fai domande, mi rompi per mezz'ora, neanche parli del muro di Berlino e mi riduci tutto a una cosa così stupida come Internet? 
- Beh, Internet è l'unica cosa che all'epoca non c'era!

domenica 24 gennaio 2021

Pilastri

I problemi irrisolti di una società ne costituiscono i pilastri. 

allora allora allora

Allora rivediamo le parole del giorno: indifferenza, orticello, trasformismo, carro dei vincitori, politico eco.

RetoricaMente

Sostengono alcuni scienziati che in ogni Stato democratico, libero e sviluppato economicamente, si può vincere qualsiasi battaglia. Mi chiedo allora retoricamente, per quale arcana ragione esistano ancora la corruzione, la povertà, le guerre, l'inquinamento ...

sabato 23 gennaio 2021

Anche oggi non è successo nulla di speciale

A parte 4 idioti certificati per tenere a bada 4 idioti dal capire quanto sono idioti nel dire che gli altri idioti sono idioti, non c'è molto altro da aggiungere alla nostra idiozia  ... 

Delicious

Il sistema che si autodifende con il contributo di alfabetizzati funzionali sottopagati è deliziosamente diabolico. 

mercoledì 20 gennaio 2021

Social

I social sono un po' gabbia e un po' osservatorio di questo zoo che è la vita.

lunedì 18 gennaio 2021

Va tutto bene

Avete presente le mucche al mattatoio che scendono da un camion in un percorso in discesa, sempre più stretto, che gira su sé stesso, che non consente di vedere fuori o dietro l'angolo, che impedisce di girarsi per tornare indietro, dove chi è dietro per forza spinge, dove pur sentendo i lamenti non si capisce a cosa si sta andando incontro e tu mucchetta non hai modo di andare da nessun'altra parte e ignori fino all'ultimo la fine di quel percorso? Ecco: quello!

domenica 17 gennaio 2021

survivalisti

Lo so, vogliamo evadere e non pensare, perché siamo stanchi e stressati, ma evitare di pensare e agire è forse il più grande errore che si possa compiere per le generazioni future. Se e quando finirà tutto questo (senza entrare nel merito di come sia stato possibile) dovremo fare i conti con le macerie di un paese già finito ancor prima della pandemia. Dovremo ricostruire e sappiamo tutti che siamo stati capaci di speculare perfino sui morti e durante l'emergenza! Quando ci sarà bisogno, la corruzione e la criminalità organizzata, che già girano in aria come avvoltoi, si leccheranno i baffi. Arriveranno ovunque e dovremo essere forti più che pronti, per sostenere chi ha bisogno e proteggere i più giovani. Non dovrà verificarsi neppure una guerra tra poveri, ma dovrà emergere una gara di solidarietà basata su un modello diverso da quello sostenuto in questi ultimi decenni, perché i quaranta anni appena trascorsi sono stati una discesa senza corde in un burrone, un cammino in un limbo dove il dramma è stato avere quel poco che basta per sopravvivere, un limbo che inevitabilmente favorisce un lento declino, un incurvarsi per prepararsi alla bara. Piano piano, senza scossoni ti abitui all'idea della fine, cerchi di sopravvivere eliminando ogni giorno qualcosa... puoi farlo... si tratta solo di creare un nuovo equilibrio. Quaranta anni fa sono successi tanti eventi che hanno fatto da spartiacque, tanto che se proprio di postmoderno vogliamo parlare potremmo collocarlo negli anni della caduta del muro che ha scosso gli equilibri politici e dato l'avvio al lento e inesorabile declino della scuola. Se è vero che chi lo sapeva doveva andare in pensione e ha taciuto, oggi si persevera senza ripensamenti e tutto ciò che è cultura è stato accantonato, ignorato, spacciato per superfluo. Prima dell'oblio tutto era già lentamente caduto nella mediocrità e quel poco che si salvava era stato allontanato, ignorato, emarginato. Non parlo di qualche spettacolo della domenica, di due film da botteghino, di qualche balletto trasmesso perfino in TV, di un paio di romanzi dozzinali, di un'opera galleggiante sul Tevere o di tre cantantucoli da reality, quella è solo robetta da mercanti e compratori, io parlo del pensiero critico! Oggi, con la pandemia si è palesato a tutti che ci sono poche cose da considerare essenziali per questo paese: il cibo, internet, la TV, i benzinai, le farmacie, gli ospedali, il calcio. Il resto può non esistere; pensate, perfino la fede non è considerata essenziale. Ma è proprio per aver ignorato quello che oggi riteniamo non essenziale, che non siamo più in grado di creare scenari capaci di influenzare il mondo che ci circonda. Siamo e viviamo in un paese dove le idee non vengono sostenute... e sappiamo bene che le idee generano soldi! Oggi una nazione può forse contare più di un'idea, solo a patto che la sua cultura sia in grado di valicare i confini. La Dolce Vita dei nostri padri non era solo un film, era lo stile italiano che raggiungeva, incuriosiva, esportava i suoi prodotti nel mondo. Il boom economico è stato specchio di quello stile, di quella rinascita trainata dal neorealismo prima e dai grandi autori poi. Finalmente tornavamo ad esistere dalle macerie e tutti volevano essere un po' come noi, comprando qualsiasi cosa fosse "made in Italy". Certo, dietro c'era la politica, così come il sostegno e anche un bel guinzaglio, ma in fondo un vincastro c'è sempre stato, anche nel rinascimento che non è certo stato una semplice riunione di pittori rivoluzionari, piuttosto un'idea che rivoluzionava il punto di vista, che consentiva alle persone dopo secoli bui di vedere il mondo con occhi nuovi. Ecco, noi abbiamo  bisogno di occhi nuovi per raccontare una nuova idea, altrimenti l'unica cosa che potremo fare sarà svendere e creare l'ennesima generazione più povera dei propri genitori.

Marco Brama


sabato 16 gennaio 2021

tous morts tous les fruits

Robespierre, Robespierre ... où est-il? Ah, il est mort ... Culture où es-tu? Mais es-tu mort aussi? Et vous les vassaux et vous les gens? Êtes-vous mort aussi ou votre cerveau s'est-il arrêté comme le voulait le roi? Mais le roi est mort aussi 😂

giovedì 7 gennaio 2021

zitti zitti boni boni

Per mettere a posto le nostre teste completamente fuse non basterebbe la resurrezione di Freud. 😂 Il delirio! Scorrere Facebook è come tuffarsi in un calderone di oggetti indistinguibili che alimentano il nulla. Un tuffo in apnea dal quale tirarsi su ogni tanto per respirare, pensare e poi spaventarsi. Capisco tutti, da quelli che non vogliono a quelli che non possono, ma è comunque triste, perché non riconosco più nessuno... gli svitati va beh... so' sempre loro, i patiti di selfie va beh... che vuoi fa... almeno a volte (non sempre) vedi persone belle, poi ci sono le persone tranquille con i post educati e simpatici e va beh, dai ce sta, dà quel senso de casa, il post del buongiorno, quello del tempo, il cibo, la vignetta, gli auguri di compleanno, gli onomastici, gli indovinelli, le foto di copertina, quelle del profilo, i temi del momento, il patito di auto, di moto, di tatuaggi, il nostalgico, il depresso, il cinico, il sintetico, quello che mette solo mi piace e non scrive, la barzelletta maliziosa, ahhh du' risate, poi ci sono le feste comandate come una volta e molti passano in rassegna pubblicamente le foto di figli e nipoti vestiti di tutto punto, che da soli su Facebook che è da vecchi non posterebbero mai, poi ci so' i paladini della verità suprema convinti di capire e sapere tutto e che fanno i tuttologi de tutto lo scibile umano e che un pensiero PERSONALE non esiste, non sia mai è una FONTE! sempre una fonte dell'eterna assuefazione, poi ci so' i mestieranti che mai, figurati, mai mettere in discussione un protocollo, nemmeno a pensarlo che te radiano e la letteratura ne è piena non se scordamo Giordano Bruno ... poi passano qua e là du' foto dozzinali in bianco e nero perfettamente calibrate sull'estetica dell'ovvio e che piacciono sempre a tutti, du' quadri belli ma fuori contesto che urlano da soli tra i bit, un paio de disperati che ancora suonano cose d'altri, qualche finto intellettualotto che scrive a l'amichetti della sua città pe' fa le classifiche a chi ce l'ha più intellettuale e 'l'altri non capiscono niente, uno sfigatto (con 2 t) che prova a esse' indipendente con conseguenze di invisibilità annessa ... ma gli altri? Dove sono quelli tradizionalmente liberi, quelli con cui parlavo e discutevo, quelli che vedevano oltre, quelli che capivano che la cultura è un gambero e ogni tanto tocca daje du' zeppate se no nun se move e che almeno a parole dissentivano per far progredire, migliorare il tutto, i kinoki della vita, quelli che mettevano in fila i puntini e trovavano la figura, quelli che riprendevano in mano gli appunti e dicevano: allora se mi hai detto sopra e qui è scritto sotto, c'è qualcosa di sbagliato, quelli un po' genuinamente saccenti ... esattamente quelli: che fine hanno fatto? Eh lo so... leggono da uno schermino comodamente seduti pe' digeri' meglio la mattina presto e poi zitti zitti boni boni fermi fermi dietro una scrivania, dietro uno sportello, dietro un computer, per carità, ringraziamo Dio che lavoramo, non scrive niente de compromettente, non tocca' niente, statte fermo, zitto sa, non te move, che forse non ci hanno visto, per ora sacrificano qualcun altro, famo finta de niente, anzi, se proprio ce lo chiedono famo finta de non ave' capito, anzi meglio proprio de non ave' letto ... io ho il mio orticello di conoscenze, mi hanno detto anche bravo, mi hanno lodato, quello so e quello dico nelle sedi opportune, il resto non mi compete... eh no! Tutti facciamo politica, anche stando zitti zitti  fermi fermi boni boni, ma di questo passo non ci salverà nemmeno un secondo avvento!

mercoledì 6 gennaio 2021

Urgalandia

Oggi parliamo dell'Urgalandia, un paese molto lontano nel mondo immaginario di Urgan. In Urgalandia far nascere una dittatura in passato era piuttosto semplice: una rivoluzione armata, omicidi di avversari politici, un colpo di stato, un po' di sangue qui, un po' di sangue là.
La violenza spudorata e brutale però dava troppo nell'occhio e incontrava il consenso di una parte troppo esigua della popolazione. Gli altri manifestavano dissenso, si organizzavano e alla fine con l'aiuto di regimi esterni, riuscivano a rovesciare il regime. Dopo l'ultima dittatura hanno capito che per sopravvivere a lungo, il potere ha bisogno di consenso e nel tempo si sono sviluppati meccanismi sempre più sofisticati per mantenerlo. La forza e le minacce fisiche non vanno più bene, ora servono: dipendenza, ineluttabilità, paura.

La dipendenza si crea soprattutto con l'economia. Dopo un regime dittatoriale in ogni regione dell'Urgalandia si aprono i confini, fiorisce l'economia, si assiste al boom economico, alla rinascita della cultura e delle arti. Dopo qualche decennio però, piano piano, lo Stato si riprende gli spazi che gli individui avevano riconquistato. Le aziende vengono impoverite, gli artisti indipendenti vengono ignorati e vessati economicamente perché in grado di far riflettere, tutto deve essere stereotipato e culinario (direbbe il nostro Brecht) fino a creare una pressione fiscale sempre crescente, un controllo dei flussi di denaro maniacale e pervasivo fino all'impoverimento della classe media che non deve essere più autosufficiente. Ci vogliono anni, ma alla fine la povertà dilaga, si rinuncia alle attività in proprio, si svendono aziende di famiglia, si finisce per chiedere denaro agli strozzini, si dorme in strada, non c'è più voglia di informazione né tempo per leggere, si finisce col chiedere la carità e tirare avanti un altro giorno.

L'ineluttabilità è invece un po' come una nuova religione, attraverso la quale lo Stato è sempre presente per il bene dei suoi cittadini e in fondo non sbaglia mai. Eppure tutti si lamentano o vengono accusati da qualcuno. Destra, sinistra, centro, politici, corruzione,  nessuno fa quel che dovrebbe fare. In sostanza non funziona nulla, ma tutti hanno la soluzione giusta, tranne affrontare una seria discussione sul potere stesso. Il potere c'è e deve esserci e se pensi di poterlo gestire meglio, candidati e poi vediamo cosa farai. Inevitabilmente quando un cittadino Urgalandese viene eletto, si accorge di non poter portare a termine i suoi intenti e finisce col fare quello che è sempre stato fatto. Non importa di quale schieramento, il neocandidato è funzionale al sistema stesso.

La paura infine serve a ricordare come l'uomo urgalandese sia sempre dipendente dallo Stato e convinto che questo sia giusto, corretto, infallibile e necessario. Non è un uomo libero e fiero, pronto a mettersi in gioco per la propria felicità e la propria dimensione nel mondo, se non in quella di un piccolo recinto che lo Stato gli crea attorno: una gabbietta d'uccellino da cui intravedere la libertà. Ma ci sopravvive perché in fondo è timoroso, ma se non è nel panico totale e potrebbe trovare ancora il modo di affrancarsi, le vie delle libertà individuali sono infinite. Serve uno spauracchio da agitare all'occorrenza, qualcuno da odiare e a cui addossare tutte le colpe del caso. In genere sono stati gli stranieri, gli ortourgandesi, i nomadi del Zingaristan, i morimani, i giallesi, i matrioskani, gli yenkiani, i comunitari, i gaiani, gli aracnici. Ma uccidere, incarcerare, torturare crea malcontento nella popolazione e mette a rischio la tenuta del sistema di potere. Ecco quindi che si spersonalizza e ci si riferisce a qualcosa di più generico, magari un'azienda che lavora in tutto il pianeta e di cui non si conosce il capo, la globalizzazione stessa del pianeta Urgan, l'inquinamento, la fine del mondo, la paura di morire per colpa di alieni o catastrofi naturali, una pandemia in grado di spazzare via tutta l'urganità. E in tutto questo la gestione dell'informazione e della controinformazione vanno di pari passo. Si creano fazioni, ma un'analisi scientifica e seria dei fatti non viene mai affrontata. Non si capisce nulla e nulla giustifica scelte e cambiamenti repentini e prolungati. C'è solo tutto e il suo contrario indistinguibile, la paura e il restringimento delle libertà individuali. Ecco, finalmente è arrivato il momento tanto atteso dal potere di Urgalandia, il momento giusto per far passare in sordina leggi importanti, magari abrogando qua e là qualche comma che ancora tutela le libertà o la privacy dei suoi abitanti. Et voilà, la neodittatura, poco riconoscibile ai più è servita. 

PS In Urgalandia non è chi solleva il dubbio o il suo schieramento ad essere rilevante, è importante se il dubbio è fondato a fare la differenza!

Funzionale

Non sempre, ma a volte è imbarazzante leggere sia la bufala, sia l'articolo che tenta di confutarla 😂

domenica 3 gennaio 2021

Scherza

Voi scherzate e ridete, mettete le fotine col nipotino felici e contenti, ma c'era più libertà d'espressione, d'opinione, di parola e pensiero 50 anni fa che oggi! Gente fighissima conosciuta con le bandiere in mano, finita con le aste in ... ah, se solo riuscissimo a recuperare e ricordare come si ragionava all'epoca... dove persino uno spettacolo di Cabaret con Paolo Panelli era più profondo di mille dibattiti culturali attuali...e oggi si è ridotto tutto al nulla, con quattro dipendenti che dettano l'agenda in base a quanto stabilito; il lavoro per i fortunati è sempre attivo, ma non si può uscire per un caffè, perché per lavorare ti puoi ammalare, per divertirti no! Perché devi fare penitenza ... perché questo virus secondo qualcuno funziona a giorni alterni a orari differenziati in edifici variabili. Ma non è colpa loro, è colpa nostra!

sabato 2 gennaio 2021

Post

Posteriore, postpliocene, postmoderno, postoperatorio, postipofisi, postorbitale, postdentale, postbellico, postludio, postmaturo, postdiluviano, postdatare, postonico, postutto, posdomani, posporre, posbellico, posdatare, posdiluviano... 
postdemocrazia...