venerdì 22 aprile 2016

Prince - Analisi stilistica degli album dal 1978 al 2016

Quanto c'è da dire su Prince? Probabilmente più di quanto si possa immaginare. Non molto apprezzato in Italia, conosciuto soprattutto per qualche singolo di successo che non rende minimamente merito alla sue qualità musicali, in realtà il genietto di Minneapolis lascia ai posteri capolavori assoluti della musica sconosciuti ai più. Gemme preziose e inarrivabili, sparse qua e là in una sconfinata library di brani dallo stile inconfondibile, che solo dal vivo riuscivano a mostrare, anche all'ascoltatore medio,  la qualità altissima della scrittura, il virtuosismo (mai ostentato) e l'innovazione incredibile, originalissima e irraggiungibile dell'arrangiamento che trovano compiutezza stilistica nel live "Sing o' the times", in "The Rainbow Children", "News",  in "Xpectation". 

Gli esordi 
1978 – For You
1979 – Prince
1980 – Dirty Mind
1981 – Controversy
1982 – 1999

I lavori di questo periodo sono un colpo al cuore. Definire i lavori "strani" è dir poco. Si sente tutta la rozzetta dei mezzi e quello che emerge è uno stile asciutto, scarno, eclettico, sporco. Abbandonati i violini sintetici alla linea melodica i 5 album degli esordi sono un caleidoscopio ipnotico, una new psichedelia inusitata dove talvolta ci si perde tra punk ed elettronica sperimentale, testi al limite dell'osceno, giri di basso passati agli annali, suoni volutamente "brutti". Annie Christian, Something in the water does not compute, All the critics Love U in New York, Automatic, Sexy Dancer,  danno l'idea del genio assoluto. Accordi sospesi, atmosfere inquietanti, melodie ipnotiche, suoni "rumorosi", chitarre secche come in pochi altri lavori, una voce graffiata dall'incredibile estensione, fanno da contraltare al falsetto irriverente e talvolta fastidioso. Il testo di Controversy la dice lunga: né bianco né nero... ma qualcosa di nuovo. 

Il periodo d'oro

1984 – Purple Rain
1985 – Around the World in a Day
1986 – Parade
1987 – Sign o' the Times
1988 – Lovesexy
1989 – Batman

I 6 album del periodo d'oro contengono alcuni dei brani più importanti della musica contemporanea. Sparpagliati qua e là come solitamente faceva Prince. In un'apparente eterogeneità, tra brani più o meno riusciti, ogni album contiene dei momenti incredibili da cui sono stati estratti decine di singoli, b-sides e di cui esistono decine di versioni, centinaia se non migliaia di brani non inseriti o cantati da altri e alcuni singoli entrati di diritto nella storia della cultura pop: When doves Cry, Darling Nikki, Purple Rain, Let's go crazy,  The beautiful ones, Condition of the heart, Temptation, Kiss, Girls & Boys, Something it snows in April, Sign o' the times, The Cross, U got the look, Sign o' the times, Alphabet Street, Batdance, giusto per citarne alcuni. Questi però sono concept album che vivono nella loro interezza, tra alto e basso, tra minimale e barocco. Si passa dal carico saturo e colorato di Around the world all'asciutto e raffinato di Parade (pesantemente tagliato nella versione ufficiale che come sempre eliminava dai brani le parti finali di pura musica che erano notoriamente le più interessanti e sperimentali -troppo per chiunque all'epoca- ma poco commerciali). Quest'ultimo in particolare, è un album per intenditori, il migliore in assoluto a livello compositivo, stilistico, armonico. Una vera pietra miliare della musica contemporanea. Poco appariscente per i più, ma un vero compositore/arrangiatore può capirne il valore assoluto anche oltre il contesto. Niente è lasciato al caso, tutto è perfetto e congeniato. Venus de Milo, New Position, Under the cherry Moon, tutto, completamente, fino alla semplice e meravigliosa Sometimes it snows in April. Sign o'the times, il cui live è sicuramente uno dei migliori di tutti i tempi, nonché l'opera più esemplificativa dell'artista. È una pietra miliare dello spettacolo live, inaugura un format che Prince utilizzerà spesso negli anni successivi passando tra generi e inventandone altri. Ma non c'è mai niente di eccessivo, di impattante, un ascoltatore medio potrebbe non rendersi conto della penna, della qualità della scrittura camuffata da arrangiamenti rivoluzionari, elettronici e fuori dagli schemi. Lo stesso Lovesexy contiene brani incredibili "mascherati" da un fresco e insolito mix di suoni elettronici apparentemente commerciali. Eppure a ben ascoltare i virtuosismi sono dietro l'angolo, il jazz spruzza e apre accordi e melodie, il rap si insinua tra i suoni, come le voci deformate, in un connubio perfetto. Bisogna sempre tenere a mente gli arrangiamenti che rendono difficile apprezzare le armonie e le melodie, i ritmi innovativi (Dance On), i momenti magici (I wish U heaven). Il live con il palco circolare al centro, teatro e danza, musica e racconto, diventerà un modello per gli spettacoli di artisti di tutto il mondo negli anni a seguire. Lo stesso Batman che apre con il groove perfetto di The Future la dice lunga. Eppure anche qui i tagli non rendono merito alla grandezza della scrittura. Un caso su tutti è Partyman che, nella versione estesa (non inclusa nel disco), mostra il livello jazzistico del genietto che prova a reinventare, confondere, mascherare fiati e standard in una fusion non convenzionale che lascia interdetti. 

Caos e disordine
1990 – Graffiti Bridge
1991 – Diamonds and Pearls
1992 – Love Symbol Album
1994 – Come
1994 – The Black Album
1995 – The Gold Experience
1996 – Chaos and Disorder

Anni difficili e cambiamenti di stili. Tra gli album del periodo, passati un po' in sordina, troviamo momenti unici e brani magistrali. Love Symbol è sicuramente l'album migliore del  periodo e uno dei più innovativi di tutti i tempi. Bistrattato per via dell'insuccesso commerciale, contiene brani complessi, articolati e originalissimi, come The 9th, Arrogance, The flow, Sexy MF. Stesso vale per Chaos  & Disorder. Una distribuzione sottotono, che cercava sempre e solo la hit giusta per la radio e perdeva di vista i capolavori che Prince inseriva di tanto in tanto nei suoi album. Jazz, funk e Rock non sono mai stati così vicini. 

L'indipendenza

1996 – Emancipation
1998 – Crystal Ball / The Truth
1999 – The Vault: Old Friends 4 Sale
1999 – Rave Un2 the Joy Fantastic

Non semplice il periodo, anche per via di difficoltà personali e della battaglia contro il sistema industriale che vedrà il suo lento, ma inesorabile oscuramento fatto dai media. The Vault, uscito senza il suo volere, contiene degli "scarti"  di vecchi lavori come Crystall Ball. E CHE SCARTI! Diremmo piuttosto che per assaggiare un po' di VERO PRINCE, basta ascoltare proprio The Vault. 

I capolavori sconosciuti
2001 – The Rainbow Children
2002 – One Nite Alone...
2003 – Xpectation
2003 – N.E.W.S
2004 – The Chocolate Invasion
2004 – The Slaughterhouse

Qui la cosa si complica. Siamo alla distribuzione online, niente passa più in radio, le vendite sono ridotte al minimo e gli album girano solo tra critici, musicisti e fans accaniti. Prince, completamente libero, produce dei veri capolavori. Assolutamente da ascoltare e conservare gli strumentale NEWS  ed Xpectation nonché il pirotecnico, kitch, geniale, assurdo, perfettamente delirante, The rainbow Children. Da avere necessariamente in discografia! 

Guardare al futuro

2004 – Musicology
2006 – 3121
2007 – Planet Earth
2009 – LOtUSFLOW3R / MPLSoUND
2010 – 20Ten
2014 – Plectrumelectrum
2014 – Art Official Age
2015 – HITnRUN Phase One
2015 – HITnRUN Phase Two

Musicology riporta Prince tra i grandi del mercato discografico. Un album molto valido e raffinato, 3121 apre con un party brano assurdo e fuori da ogni schema e poi Rock allo stato puro con Plectrumelectrum e sperimentazioni con Art Official Age. Suoni curati e arrangiamenti fuori dagli schemi. Non c'è un periodo storico, non c'è un rincorrere gli altri, mai. C'è solo la musica a 360 gradi, un racconto continuo e incessante, un parlare quotidiano tra alti e bassi proprio come la vita di un artista. 

Se volete approfondire la conoscenza di Prince e non sapete cosa acquistare, vi consigliamo i concerti live video. Partite dal DVD live di Sign o' the times. Nessun Best of, perché le sue raccolte contengono solo i singoli più famosi, quei brani che in fondo Prince proprio non amava e che non rendono minimamente merito all'opera magistrale del folletto.