mercoledì 5 gennaio 2022

Casi di Stati

Allora una petroliera brasiliana in acque territoriali indiane... 2 fucilieri sparano ad un peschereccio pensando si tratti di una nave pirata... 2 pescatori indiani di 25 e 45 anni vengono uccisi con 16 spari... Ora rigirate tutto e sostituite i protagonisti e le loro nazionalità ... Provate a esempio ad immaginare di essere indiani e una nave italiana (per dire) naviga nelle vostre acque e uccide due vostri cittadini ... Secondo la versione indiana, alle 16:30 del 15 febbraio 2012, il peschereccio St. Antony lancia l'allarme alla Guardia costiera indiana riportando di essere stato investito da colpi di arma fuoco e descrivendo sommariamente l'imbarcazione dalla quale provenivano gli spari. La Guardia costiera inizia le indagini e identifica quattro navi nell'area in cui si è svolto l'incidente: l'Enrica Lexie, la Kamome Victoria, la Giovanni e la Ocean Breeze. Verso le 19:00, le quattro navi vengono contattate via radio dalla Guardia costiera che chiede loro se siano state oggetto di attacchi. Una quinta nave, la Olympic Flair, che batte bandiera greca e che in precedenza ha correttamente riportato alle autorità indiane di aver subito un attacco pirata (circa un'ora dopo l'incidente fra il St Antony e la Enrica Lexie), attacco sventato senza soffrire danni e senza aver dovuto far uso di armi da fuoco, non viene contattata, anche se la nave assomiglia per sagoma e colorazione alla petroliera italiana; la nave greca si trova all'ancora al largo di Kochi e successivamente entra in porto.

Fra le 4 navi contattate dalla Guardia costiera indiana, l'unica che risponde affermativamente circa l'aver subito attacchi è l'Enrica Lexie. La nave italiana non ha fatto rapporto alle autorità indiane riguardo all'attacco subito, ha riportato il fatto solo dopo essere stata interrogata in merito, contravvenendo ai regolamenti che impongono di fare immediato rapporto in caso di attacco pirata, e si è allontanata di circa 39 miglia lungo la propria rotta verso l'Egitto senza avvertire nessuno. Su questo punto, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa dei marò, il giudice dell’Alta Corte del Kerala affermerà poi che «non è stata prodotta nessuna prova per dimostrare che i marò, prima di sparare ai pescatori, abbiano almeno comunicato al Capitano della nave il pericolo di un attacco pirata, o che il Capitano abbia annotato il fatto sul registro di bordo. Inoltre non esiste nessun documento a supporto dell'argomento di difesa che il Capitano abbia attivato lo Ship Alert Security System o che alcun segnale sia stato trasmesso all'MRCC (il Marine Rescue and Coordination Centre), alla Mercury Chart o a qualunque Marina nel mondo». La Guardia costiera indiana intima all'Enrica Lexie di tornare indietro e ordina ai pattugliatori Samar e Lakshmi Bai e a un aereo Dornier Do 228 da ricognizione marittima di ricercare la nave italiana, intercettarla e riportarla in porto.
Secondo i rapporti degli inquirenti indiani, la testimonianza del comandante e proprietario del St Antony, Freddie Louis, e degli altri membri dell'equipaggio e le conclusioni della Corte del Kerala, l'imbarcazione indiana non era un battello dedito alla pirateria ma era impiegata in normali operazioni di pesca; era partita per la pesca al tonno da Neendakara il 7 febbraio; l'attacco al St. Antony sarebbe stato ingiustificato in quanto non vi erano armi a bordo dell'imbarcazione. Nessuno fece fuoco contro la nave italiana e l'equipaggio del St. Antony non poteva essere scambiato per pirati. C'erano 11 persone a bordo dell'imbarcazione; eccetto due, tutte le altre dormivano quando i marò italiani aprirono il fuoco contro la barca, sparando con fuoco continuo per circa due minuti; una delle vittime, Valentine Jelastine, era al timone quando venne colpita a morte, mentre l'altra, Ajesh Binki, era a poppa quando venne ferita mortalmente. Il peschereccio indiano era a 200 metri dalla petroliera ed era in attesa che questa sfilasse via quando fu investito dai colpi sparati dai militari italiani. Per gli inquirenti indiani i colpi sono stati esplosi con l'intenzione di uccidere e sul St. Antony sono stati rinvenuti 16 fori di proiettile. fonte wikipedia
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  • A volte riportare punti di vista diversi ti porta un sacco di improperi su FB, ma penso sia la strada giusta, se vogliamo davvero usare in modo produttivo questo canale, sennò siamo solo lì a darci le "calle"...

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