giovedì 11 giugno 2020

No, no, tranquilli: inizio di carriera politica!

Con il dovuto rispetto, senza entrare in zone liminali e pericolose, mi permetto di dire la mia, che è e resta solo un'opinione personale. Premesso che leggerò con curiosità i risultati quando saranno presentati e premesso che non conosco le percentuali e neanche i dati del mix delle aree di origine genetica, ma ad occhio e croce credo che, oltre alla varietà enorme di incontri avvenuti nei secoli, per cui una persona avrebbe sequenze provenienti da tutto il mondo, solo negli ultimi 60/70 anni, la migrazione dal Sud Italia verso le regioni del Nord, ha fatto sì che la questione genetica si sia ulteriormente complicata. Pensate solo alle grandi metropoli del Nord; quante persone di origine meridionale? Forse più della metà? Si fosse trattato di un isola specifica, dove talvolta gli abitanti hanno un dna caratteristico perché più isolati nel tempo, avrei ritenuto il tutto possibile, ma in un'area vasta e di passaggio come il Nord, mi sembra altamente improbabile riscontrare particolari concentrazioni di varianti dei geni Hla per via della provenienza geografica. 
Visto alcuni studi già validati, concentrerei l'attenzione principalmente su fattori ambientali ma non genetici, così variegati e difficili da valutare globalmente. In particolare considererei stagionalità, Sole, umidità, inquinamento, influenza delle Alpi sulla circolazione atmosferica, rapporto tra densità di popolazione e percentuale di zone rurali rispetto a quelle urbane.

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