martedì 7 ottobre 2014

Film e musica

Così,  senza tergiversare mentre leggevo "Lo stile moderno"  di Giorgio De Vincenti,  mi è tornata in mente la mia ricerca sulla coerenza e "aderenza"  tra film e relativa colonna sonora.... se nella temporanea realtà dei film fino al neorealismo si ritrova un senso cronofonico se non altro nel senso della contemporaneità del compositore con il film,  con la "modernità" forse un solo regista fa uso della musica in modo sensato,  coerente, illuminante,  ma anche no e non completamente... perché la musica non ha più potere, non ha più coerenza con il tempo in cui vive e di cui si nutre.  Nessun direttore, compositore ha presentato un lavoro contemporaneo,  forse solo i "Couleurs Fantastiques" nel significato polisemico che racchiude e giustifica una ricerca,  una fusione sonora. Se la coerenza di Luci d'Inverno sembra rassicurarci è comunque un racconto musicale vecchio e insoddisfacente. Solo i film americani,  nell'economia della loro contemporaneità e di uno stile musicale popolare danno il senso di tempo e contemporaneità,  ma sono appunto musica e cinema popolare.  La tradizione europea è scomparsa sotto il peso della quantità e dell'economia dopo aver scelto come modello di riferimento il cinema d'oltreoceano rinunciando ad essere linee guida. Inevitabilmente in rincorsa,  essendo copia già del brutto, musica e industria non vanno di pari passo con l'arte. L'incompetenza dei registi europei e la "pochezza" dei compositori contemporanei ci portano inevitabilmente ad osservare incongruenze temporali... immaginiamo "Passion" senza Ravel... sarebbe più moderno... non mi interessa Rembrandt... non mi interessa l'incoerenza con l'arte.... anche qui Persona è ancora una volta superiore con la sua arte fotografica interna al film stesso. Forse Almodovar,  forse... o forse le Margheritine di Vera Chytilova ... anzi quasi sicuramente ...

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