venerdì 10 dicembre 2021

Lavanda gay

Gay, lavanda, colore viola e astronomia. Che cosa hanno in comune? La questione è più incredibile di quanto si possa immaginare! Il 22 dicembre 2021 decollerà il più innovativo e promettente telescopio degli ultimi tempi, che ha tutte le carte in regola per aprire una nuova eccitante stagione di scoperte scientifiche. E alla Nasa probabilmente sperano che quando le scoperte inizieranno finalmente ad arrivare, l'euforia contribuirà a far passare in secondo piano le polemiche che negli ultimi mesi hanno funestato l'impresa. Tutta colpa del nome scelto per la nuova missione, dedicata all'ex direttore della Nasa James E. Webb. Un funzionario, non uno scienziato come vorrebbe la tradizione che ha guidato per decenni i battesimi delle missioni scientifiche dell'agenzia. E per di più, un funzionario controverso che lavorò come sottosegretario nel dipartimento di stato americano, in un periodo in cui vennero decise, e promulgate, le norme che avrebbero dato il via a quella che oggi viene definita “lavender scare”: un periodo di epurazioni che puntavano all'eliminazione del personale che non dimostrasse la propria eterosessualità, dagli apparati governativi degli USA. Per stanare tutti gli omosessuali, cacciarli e arrestarli negli stati dove era previsto, alcuni collaborazionisti gay, vennero utilizzati nell'amministrazione pubblica, da cui poi sarebbero stati essi stessi cacciati. La senatrice Margaret Chase Smith arrivò perfino a chiedere se ci fosse un "test rapido" per identificare i gay in quella che venne propagandata come una vera e propria "battaglia per il bene dei bravi cittadini degli Stati Uniti". Nel 1953, il presidente Dwight D. Eisenhower firmò l'ordine esecutivo 10450, che impediva agli omosessuali di lavorare in ogni dipartimento federale, agenzia e ogni società privata con un contratto governativo, influendo sulla sicurezza del lavoro di oltre sei milioni di lavoratori e personale delle forze armate. L'ordine esecutivo non fu solo causa del licenziamento, ma soprattutto di forti discriminazioni, perché i gay dovevano uscire pubblicamente allo scoperto, col rischio di subire angherie e violenze. Inoltre la convinzione all'epoca che fossero "malati" (anche se psichiatrici), alimentò per decenni l'idea che un gay potesse "contagiare" un etero trasformandolo in un omosessuale. 

L'opinione pubblica, sostanzialmente d'accordo con le politiche del governo, non si mosse e vennero messe in atto molte nuove normative e politiche per rilevare e rimuovere in modo rapido e "scientifico" le persone gay, lesbiche e bisessuali, che venivano pedinate per vedere i luoghi che visitavano o le persone che frequentavano e che potevano a loro volta essere sospettate. Questo generò una spirale di odio, diffidenza e allontanamento della maggioranza etero dai gay (per non rischiare di essere additati), discriminazione che ancora oggi aleggia e che gli omosessuali condivisero per decenni con i comunisti d'oltreoceano - o presunti tali - per i quali erano previsti trattamenti analoghi. Insomma l'idea di un gay comunista o di un comunista gay,  creò un vero stereotipo rimasto nell'immaginario collettivo (almeno americano) per decenni. 

A metà degli anni '50, politiche repressive e oppressive erano ormai accettate dal basso, erano diventate consuetudini ed entrate in vigore nei governi statali e locali che estendevano quei divieti a ben dodici milioni di lavoratori (più del venti per cento della forza lavoro degli Stati Uniti) che ora dovevano firmare giuramenti da mostrare in pubblico, che attestassero la loro purezza morale per ottenere o mantenere il posto di lavoro, ma a volte non era possibile firmare perché le persone venivano seguite anche in casa e fotografate nei loro momenti più intimi. E fu solo questo a far rinsavire l'opinione pubblica quando videro i "Purple Pamphlet", gli" opuscoli viola", cioè delle raccolte di foto di natura esplicita e pornografica.

Insomma, non certo una bella pagina di storia recente e nonostante il ruolo di Webb nella vicenda non sia mai stato chiarito, un folto gruppo di astronomi e astrofisici a maggio di quest'anno ha lanciato una petizione per chiedere formalmente di cambiare il nome del nuovo telescopio, in favore di un personaggio meno divisivo. Una proposta che la Nasa ha deciso di ignorare, ma che probabilmente sarebbe stata propizia per una missione che, in fin dei conti, punta a spingere la nostra specie verso un futuro che non continui a portare con sé storture e discriminazioni come sempre di più accade di questi tempi.🌈 

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