mercoledì 6 gennaio 2021

Urgalandia

Oggi parliamo dell'Urgalandia, un paese molto lontano nel mondo immaginario di Urgan. In Urgalandia far nascere una dittatura in passato era piuttosto semplice: una rivoluzione armata, omicidi di avversari politici, un colpo di stato, un po' di sangue qui, un po' di sangue là.
La violenza spudorata e brutale però dava troppo nell'occhio e incontrava il consenso di una parte troppo esigua della popolazione. Gli altri manifestavano dissenso, si organizzavano e alla fine con l'aiuto di regimi esterni, riuscivano a rovesciare il regime. Dopo l'ultima dittatura hanno capito che per sopravvivere a lungo, il potere ha bisogno di consenso e nel tempo si sono sviluppati meccanismi sempre più sofisticati per mantenerlo. La forza e le minacce fisiche non vanno più bene, ora servono: dipendenza, ineluttabilità, paura.

La dipendenza si crea soprattutto con l'economia. Dopo un regime dittatoriale in ogni regione dell'Urgalandia si aprono i confini, fiorisce l'economia, si assiste al boom economico, alla rinascita della cultura e delle arti. Dopo qualche decennio però, piano piano, lo Stato si riprende gli spazi che gli individui avevano riconquistato. Le aziende vengono impoverite, gli artisti indipendenti vengono ignorati e vessati economicamente perché in grado di far riflettere, tutto deve essere stereotipato e culinario (direbbe il nostro Brecht) fino a creare una pressione fiscale sempre crescente, un controllo dei flussi di denaro maniacale e pervasivo fino all'impoverimento della classe media che non deve essere più autosufficiente. Ci vogliono anni, ma alla fine la povertà dilaga, si rinuncia alle attività in proprio, si svendono aziende di famiglia, si finisce per chiedere denaro agli strozzini, si dorme in strada, non c'è più voglia di informazione né tempo per leggere, si finisce col chiedere la carità e tirare avanti un altro giorno.

L'ineluttabilità è invece un po' come una nuova religione, attraverso la quale lo Stato è sempre presente per il bene dei suoi cittadini e in fondo non sbaglia mai. Eppure tutti si lamentano o vengono accusati da qualcuno. Destra, sinistra, centro, politici, corruzione,  nessuno fa quel che dovrebbe fare. In sostanza non funziona nulla, ma tutti hanno la soluzione giusta, tranne affrontare una seria discussione sul potere stesso. Il potere c'è e deve esserci e se pensi di poterlo gestire meglio, candidati e poi vediamo cosa farai. Inevitabilmente quando un cittadino Urgalandese viene eletto, si accorge di non poter portare a termine i suoi intenti e finisce col fare quello che è sempre stato fatto. Non importa di quale schieramento, il neocandidato è funzionale al sistema stesso.

La paura infine serve a ricordare come l'uomo urgalandese sia sempre dipendente dallo Stato e convinto che questo sia giusto, corretto, infallibile e necessario. Non è un uomo libero e fiero, pronto a mettersi in gioco per la propria felicità e la propria dimensione nel mondo, se non in quella di un piccolo recinto che lo Stato gli crea attorno: una gabbietta d'uccellino da cui intravedere la libertà. Ma ci sopravvive perché in fondo è timoroso, ma se non è nel panico totale e potrebbe trovare ancora il modo di affrancarsi, le vie delle libertà individuali sono infinite. Serve uno spauracchio da agitare all'occorrenza, qualcuno da odiare e a cui addossare tutte le colpe del caso. In genere sono stati gli stranieri, gli ortourgandesi, i nomadi del Zingaristan, i morimani, i giallesi, i matrioskani, gli yenkiani, i comunitari, i gaiani, gli aracnici. Ma uccidere, incarcerare, torturare crea malcontento nella popolazione e mette a rischio la tenuta del sistema di potere. Ecco quindi che si spersonalizza e ci si riferisce a qualcosa di più generico, magari un'azienda che lavora in tutto il pianeta e di cui non si conosce il capo, la globalizzazione stessa del pianeta Urgan, l'inquinamento, la fine del mondo, la paura di morire per colpa di alieni o catastrofi naturali, una pandemia in grado di spazzare via tutta l'urganità. E in tutto questo la gestione dell'informazione e della controinformazione vanno di pari passo. Si creano fazioni, ma un'analisi scientifica e seria dei fatti non viene mai affrontata. Non si capisce nulla e nulla giustifica scelte e cambiamenti repentini e prolungati. C'è solo tutto e il suo contrario indistinguibile, la paura e il restringimento delle libertà individuali. Ecco, finalmente è arrivato il momento tanto atteso dal potere di Urgalandia, il momento giusto per far passare in sordina leggi importanti, magari abrogando qua e là qualche comma che ancora tutela le libertà o la privacy dei suoi abitanti. Et voilà, la neodittatura, poco riconoscibile ai più è servita. 

PS In Urgalandia non è chi solleva il dubbio o il suo schieramento ad essere rilevante, è importante se il dubbio è fondato a fare la differenza!

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