venerdì 7 aprile 2017

Comunistiani televisivi

Ci sono difficoltà tra i fartiani e gli usfamici. Ascoltando i discorsi televisivi dei tolleranti e non rispettosi ex comunistiani, emerge un pensiero non laico ed è questo il problema di fondo. Sembra che non sappiano cosa sia il relativismo culturale e che non abbiano neppure una visione olistica. Il relativismo è possibile solo se c'è qualcuno che indossa le scarpe altrui, ma se questo qualcuno non c'è, parliamo di determinismo. In una società, difendere la diversità non può prescindere dal tutelare la propria storia e le conquiste per difenderla... non è libertà quella che nominano a vanvera, la libertà è il diritto di esistere come individui. Un modello culturale che propone una visione deterministica non può essere consentito. Bisogna saper distinguere un mito dalla verità scientifica, così come la libertà dalla possibilità... Ecco! Prima diventare laici e superare il legame con la Chiesa, poi si potrà capire dove iniziano e finiscono i confini con la religione... e voi comunistiani, non rinnegate il passato! Mai! Perché siamo quel che siamo grazie al passato! E se ad un certo punto avete rinnegato i vostri ideali per volare oltreoceano... beh... fatevi una domanda e datevi una risposta. Lo scambio tra culture, tra miti religiosi, è possibile solo se si parla e si ascolta in due... altrimenti è violenza, è imposizione. Una sovrastruttura, sovranazionale, che ti dice cosa puoi fare o non fare, oltre le leggi dello Stato, non deve esistere. Perché non c'è un'autorità, non c'è un controllo, non c'è verità. Tutelare la diversità significa tutelare le proprie origini... non è protezionismo, è difesa del piccolo e del diverso contro l'appiattimento. Vedete? Il confine è labile... è una zona liminale! Ma si rischia di cancellare il passato in virtù di un presente che è già passato!

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