lunedì 25 agosto 2014

L'economia dei materiali da "La Verza è proprio buona" seconda parte 2009

... ho riflettuto un po’ sulla fortuna delle multinazionali, la maggior parte nate tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Pensavo al loro periodo d’oro, subito dopo la seconda guerra mondiale quando qualcuno, credo anche tuo nonno, stabilì un cambio di rotta per la società! I valori che fino a quel momento erano stati i cardini dell’organizzazione economica, come il risparmio e la solidarietà, vennero sostituiti dal concetto di capitalismo. Per far correre l’economia  i proprietari di queste grandi imprese multinazionali e i governi decisero di elevare l’acquisto e l’uso di merci a stile di vita. Gli economisti e i grandi industriali dell’epoca, volevano entrare di prepotenza nell’Olimpo dei ricchi ed arrivarono alla conclusione che per arricchirsi in modo rapido e massiccio avevano bisogno che sempre più beni venissero prodotti, distrutti e rimpiazzati ad un ritmo sempre più veloce. Lo scopo ultimo di questa economia è infatti produrre più beni di consumo... ma come è stato possibile in così pochi anni che la gente abbia accettato uno stile di vita che non prende come scopo ultimo la salute, l’assistenza sociale, la cultura, il benessere generale? In realtà è stato abbastanza semplice. Il segreto è l’obsolescenza dei beni. In effetti, nonostante la tecnologia vada avanti e si impari dagli errori a far sempre meglio, tutti i prodotti  dopo un po’ si rompono da soli anche se non possono rompersi troppo velocemente, altrimenti le persone non avranno più fiducia nel prodotto o nel produttore. Ecco quindi che interviene l’aggiornamento. I prodotti sono continuamente aggiornati. Magari con modifiche insignificanti, ma che vengono sbandierate ampiamente. Questo rende un prodotto nuovo già superato  o a volte addirittura inutilizzabile. La pubblicità prodotta dai mass media ci fa notare proprio questo. Un prodotto deve essere nuovo, e del tipo proposto ogni stagione dalle società; ora rosso, ora giallo, ora grande, ora piccolo e se non abbiamo comprato prodotti all’ultima moda non valiamo tanto come la persona che li ha acquistati. La pubblicità ci dice di comprare continuamente mostrando uno stile di vita felice,  sereno, cool e mostra accuratamente solo il prodotto finale, cioè pronto per la fase dell’acquisto. Non vengono mai mostrate le persone  che ci sono alle spalle e che quei prodotti, che loro stesso producono, non potranno mai permetterseli.
L’attuale sistema prevede lo sfruttamento delle risorse nei paesi del terzo mondo che sono volutamente abbandonati a se stessi in mano a dittatori senza scrupoli. Il sottosuolo dell’Africa è forse il più ricco del pianeta: diamanti, petrolio, uranio, ferro, manganese, rubini, tutto! L’arrivo delle multinazionali e del lavoro che portano viene visto come una salvezza dalla gente del posto, che in realtà possederebbe quella terra e le sue ricchezze. Ma di fatto non è così. Queste persone non hanno i soldi per rivendicare la loro proprietà. Il lavoro offerto da queste benevole industrie è l’unica alternativa ed un’alternativa massacrante dove il lavoro è senza tutela e sfrutta tutti,  anche i bambini! Gente che non ha nulla di meglio da fare che morire nelle miniere. Lo sfruttamento delle risorse distrugge questo ambiente costringendo le persone a spostarsi verso le città dove, per sopravvivere, sarà accettato qualsiasi lavoro massacrante nelle fabbriche gestite da potenti senza scrupoli. In queste fabbriche le materie prime acquisite vengono trattate con materiali che accelerano la produzione e riducono i costi. Questi materiali sono sostanze chimiche pericolosissime delle quali non si vuole, ovviamente, conoscere l’effetto dell’esposizione a lungo termine sulle persone, e non solo degli operai, ma anche dei consumatori finali. Non solo gli scarti industriali riempiono l’aria, la terra e le falde acquifere con elementi super inquinanti, ma anche tutti i prodotti finali che acquistiamo, dal cibo ai vestiti, dalle auto ai computer, sono pieni di sostanze dannose di ogni genere, da quelle cancerogene a quelle neurotossiche. Non c’è interesse per la salute delle persone, l’importante è vendere e vendere tanto... e il problema è che con questo sistema di produzione, dove lo scopo ultimo è produrre e vendere sempre di più, le risorse stanno scomparendo. Il ritmo è talmente alto che già oggi nel 2009,  1/3 delle risorse dell’intero pianeta è stato utilizzato e il ritmo di autorigenerazione del pianeta non è in grado di far fronte a tale disastro. Attualmente solo il 19% delle foreste dell’intero pianeta è ancora integro e le materia prime sono estratte ad un ritmo talmente alto che circa il 95% di esse viene distrutto prima ancora di essere lavorato. E nonostante la crisi tutti i governi dicono di comprare! Questo perché il ciclo si interromperebbe! In effetti in questo sistema noi siamo solo dei semplici consumatori, valiamo in base a quanto consumiamo. E consumiamo tantissimo, più del doppio degli anni ’60 e più di quanto abbiamo bisogno. Per sopravvivere a questa ruota l’uomo medio è costretto a lavorare molto più che in passato. Lavora tantissimo e quel poco tempo libero che gli rimane lo usa inconsciamente per diventare egli stesso parte chiave della ruota dell’economia. Si rilassa sul divano a guardare la tv.  La pubblicità gli dice di comprare, va a fare shopping torna a casa, riprende il lavoro, si stanca, guarda ancora la televisione che gli dice che se non compra non vale nulla e così nuovamente a fare acquisti in un circolo vizioso che non ha mai fine. Si fanno acquisti di ogni tipo, dalla saponetta alla vacanza in crociera.. Abbiamo così tante di quelle cose che le buttiamo. E ne buttiamo davvero tante. Tutte create in quelle industrie dove gli additivi chimici hanno reso i prodotti tossici. Questo gran buttare crea uno dei problemi più grandi di tutto il sistema: lo smaltimento. I prodotti non si biodegradano e il loro incenerimento libera le sostanze chimiche tossiche che sono state utilizzate nella creazione. Una di queste è la diossina pericolosissima per la salute. Ma non è la sola. In effetti l’incidenza di tumori nelle zone limitrofe agli inceneritori è molto al di sopra della media. E Il problema non è costituito solo dai nostri rifiuti ma soprattutto da quelli a monte. E il riciclaggio completo purtroppo non ancora possibile. Di questo passo tutto il pianeta sarà un’enorme discarica e forse solo allora il nuovo business ufficiale, ovviamente sponsorizzato da tutte le multinazionali, saranno i rifiuti.
75.485 reddito annuo procapite in euro  di tutti gli stati africani sommati

Reddito annuo procapite dei primi 3 stati al mondo da soli
1 Norvegia 87.682
2 Lussemburgo 81.187
3 Svizzera 79.661

1.345.897 PIL in milioni di euro di tutti gli stai africani sommati
1.881.819 Fatturato annuo in milioni di euro delle sole prime 3 multinazionali

1Royal Dutch Shell660.040
2Exxon Mobil637.705
3Wal-Mart Stores584.074

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