domenica 24 luglio 2016

A volte... ma non troppo


A volte non capiamo le cose e finiamo per non apprezzarle. O meglio: spesso non abbiamo gli strumenti per capire e invece di sforzarci per comprendere e crescere, sputiamo sentenze. A volte non si hanno gli strumenti, a volte potremmo averli, ma siamo troppo pigri, cinici e boriosi, per mettere in discussione noi stessi. Gli artisti invece vivono proprio di questo, tentando, a volte, di ridiscutere non solo il proprio Essere o l'Assoluto, ma, materialmente, la società in cui vivono portandone alla luce i limiti ponendo interrogativi. La forma in questo senso non rischia mai di diventare involucro artigianale. Per un creativo dare spunti di riflessione è già un buon punto di partenza! Egli sa che per comunicare è necessario un linguaggio e in questa società i linguaggi sono mediati. Parlare a chi non ascolta, far vedere a chi guarda soltanto, richiede necessariamente un'arte comprensibile e conosciuta, (musica, video, poesia, pittura ...). Ora se il mezzo è tale e non il fine, si deve "tentare" di "spostare" le normali abitudini, le modalità di comprensione dovute ad un addestramento involontario e costrittivo del pubblico e parlare con il proprio linguaggio, senza filtri e limiti imposti da una produzione. Straniare sguardo e udito per offrire uno specchio. Se questo produce nello spettatore un interrogativo, lo scopo è raggiunto.

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