sabato 4 luglio 2015

Life Sound of Universe Marco Brama


È in distribuzione mondiale “Life – Sound of Universe” di Marco Brama. Dopo il video album online finalmente viene pubblicato l’album completo prodotto dalla CS Records. Il lavoro, composto di 13 tracce da cui sono stati estratti vari singoli, è come nelle consuetudini dell’autore, un Concept album. La sua BAM, Brain Avantgarde Music, è giunta a maturità e mostra perfettamente le idee, l’approccio alla musica del compositore. Un avvicinamento trasversale all’arte dei suoni, una commistione di elementi, armonie, timbri, ritmi, strumenti, provenienti da tutti i “percorsi paralleli” della musica, dove il pianoforte e le tastiere rappresentano il collante dell’intero album. Life – Sound of Universe, rappresenta un lavoro maturo, una grande padronanza delle tecniche compositive e dell’arrangiamento, ad un anno dall’album “Fantastic Colours”, una pregevole composizione sinfonica che infonde energia e innovazione nella musica d’avanguardia. Un lavoro che ancora una volta fa da apripista per un connubio tra alto e basso, tra sperimentale e codificato, tra classica e jazz, tra elettronica e acustica. Life è un album non banale e che offre molte chiavi di lettura svelando ad ogni ascolto, nuovi e preziosi elementi disseminati nel gioco polifonico a cui ci sottopone il compositore. Interessante sapere che usciranno nei prossimi mesi quasi tutti i suoi album del passato, rieditati e rimasterizzati, da “Psike & Electra” a “Teatro dell’equilibrio”. Aspettiamo impazienti! 

Il disco nel dettaglio

Si apre con “Life” un brano che inizia quasi in sordina, uno sviluppo armonico e sonoro che rappresenta la vita che cresce. Un’apertura che arriva inattesa lasciando esterrefatti, descrittiva, evocativa, intensa. “Ego” ci proietta in territori inesplorati, in un equilibrio perfetto tra l’elettronica più “spinta” e l’ambient che strizza l’occhio a Satie. “Rêverie” è il prototipo di brano BAM, e con il suo titolo la dice lunga sulla poetica e sullo stile armonico “generale” che, sotto la superficie stratificata, lascia intravedere Debussy. Una parte centrale sperimentale con il ritmo raddoppiato e le sue armonie jazz, è incorniciata da elementi classici ed elettronici di grande respiro. “Cercare” è un loop “eterno” in crescendo, sull’idea di un Bolero intimista che riesce a portare l’ascoltatore lontano dalla realtà. “BAM – olio su acqua” è l’ennesima provocazione ben riuscita. Il brano, come tutto l’album, è accompagnato da un lavoro di videoarte eloquente e che lascia spiazzati. Una composizione con una parte centrale classica, stavolta incorniciata a specchio da armonie jazz ed elettroniche. “Art of Sound” è minimalista, misterioso, pulito, autoreferenziale, un omaggio agli Art of Noise a trenta anni di distanza dal loro “Moments in love”. “Elektroclypse” divide il disco in due parti ideali. Un pezzo che sembra non arrivare mai ad un punto di svolta. Un’introduzione lunghissima, senza basso, con un ripetitivo, quanto incalzante, synth che non si riesce ad intuire dove condurrà. E ovviamente giunge a qualcosa di decisamente inatteso. “Mom” sposta nuovamente l’accento nei territori dell’ambient music. Uno di quei rari brani che potrebbe non finire mai. Un vero e proprio viaggio etereo e sognante, dove il basso sintetico si contrappone a tutto, quasi una voce che ripete incessantemente mom: mamma. “Dad” è invece violento, classico, ai limiti del kitch, ma con una parte centrale delicatissima che “spiega” tutta la composizione e l’arrangiamento. “Melting Pop” è uno di quei pezzi che arriva come una spada. Una fusion rivoluzionata e reinventata, velocissima, con la melodia affidata al basso. Divertente e delirante! “Percorsi Paralleli” rimanda al mondo della lounge music anche se con elementi nuovi e soprattutto un “discorso” che si dispiega e non viene ripetuto. “See” è l’ennesimo brano BAM dell’album, forse il più sperimentale e il più distante da tutte le strutture, le armonie, le idee convenzionali, i cliché e gli stereotipi della musica di genere. Un viaggio che dà nuova linfa vitale all’intero lavoro. Conclude l’album “The Other Wave” il brano più elettronico dell’intero lavoro e al contempo il più energico. Sempre sulle indicazioni strutturali BAM ma invertite, quindi una parte rallentata centrale che sembra indicare le infinite combinazioni di questo “pseudo-genere”. 

Simone Salza

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