venerdì 10 marzo 2017

Due donne basse - Mariella Sto, Nina Failla, Marco Brama

Cosa significa osare? In un mondo dove tutto sembra aver perso di significato, dove la ricerca è subordinata alla tecnica a sua volta piegata all'economia, osare significa essere se stessi, malgrado tutto e tutti. Ecco cosa portano in scena Nina Failla e Mariella Sto! Il loro essere artiste ancor prima che donne! E che donne!! Due donne basse! Questo il titolo di una pièce a metà strada tra installazione, performance, danza e videoarte. Si, perché lo spettacolo si avvale di una scenografia virtuale! Un'originalissima audiovideografia di Marco Brama che interagisce con le due protagoniste e il loro bellissimo lavoro sul corpo, dove la precisione, la cura e la ricerca del dettaglio, raggiungono livelli altissimi. Uno spettacolo di grande pregio, distante anni luce da cliché e ordinarietà, che saprà coinvolgere e stupire il pubblico anche grazie alla coinvolgente colonna sonora originale che accompagnerà la videografia e le due protagoniste nella loro esperienza.

CS/gup


Due donne nel tentativo di essere qualcosa. In alto, la proiezione di una finestra. È un’apertura al fuori nella quale le donne guardano? E’ un occhio che guarda dentro le loro vite? Perché le immagini cominciano a scorrere? E’ forse una televisione che invade la vita privata delle due donne affermando al tempo stesso di essere neutrale? Passaggi indifferenti di persone per strada, alla stazione. Immagini oniriche in momenti di crisi.
Locandina dello spettacolo
Pochissimi elementi presentano i personaggi: le borse, i cappelli, gli spolverini neri. Tutto il racconto è affidato alla gestualità, al ritmo, alla vibrazione musicale, all’umorismo. Non ci sono parole.
C’è un sopra, c’è un sotto, ci sono – forse – un esterno e un interno. Qual è il dato di realtà? Dibattersi tra desideri inespressi perché non trovano sponda  là fuori e tentare di uniformarsi senza successo, lascia emergere l’ultima presa di coscienza possibile. Essa si trova nello scollamento tra individuo e massa: è l’imbarazzo. 
Due Donne Basse è l’inizio di una ricerca sul concetto di imbarazzo come categoria di consapevolezza.
 Sono in imbarazzo, qualcosa non va. C’è uno scollamento tra me e il fuori di me. Da quando finanche lo scandalo, che fino a pochi anni fa era  occasione di rottura e cambiamento, viene usato come pane quotidiano per tenere sempre alta l’adesione alla notizia dell’ultim’ora, al parossismo, all’audience, è difficile trovare un argomento di differenziazione e presa di distanza dal modello sociale. Imbarazzo, dunque.
 Teatro degli Incerti / MARCO BRAMA coproduzione

TWO SHORT WOMEN in the attempt to be something. Is the window projected above an opening towards the exterior that to which they are looking at? Or is it an eye watching inside their lives? Is it possible to follow a path of desires not determined by the obligation to consumption? Why the images begin flowing through the window? Is it perhaps a TV? How can a society, which is unable to protect the private sphere, claim to respect the individual and define itself free? Struggling between unexpressed desires, as they don’t find a shore in the society out there, and trying unsuccessfully to adapt: this lets emerge the highest possible awareness, located in the detachment between the individual and the mass. This is embarrassment. Humour!

dal sito https://sites.google.com/site/marcobramaofficial/
fotogramma dall'audiovidegrafia di Marco Brama



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