A volte non capiamo le cose e finiamo per non apprezzarle. O meglio: spesso non abbiamo gli strumenti per capire e invece di sforzarci per comprendere e crescere, sputiamo sentenze. A volte non si hanno gli strumenti, a volte potremmo averli, ma siamo troppo pigri, cinici e boriosi, per mettere in discussione noi stessi. Gli artisti invece vivono proprio di questo, tentando, a volte, di ridiscutere non solo il proprio Essere o l'Assoluto, ma, materialmente, la società in cui vivono portandone alla luce i limiti ponendo interrogativi. La forma in questo senso non rischia mai di diventare involucro artigianale. Per un creativo dare spunti di riflessione è già un buon punto di partenza! Egli sa che per comunicare è necessario un linguaggio e in questa società i linguaggi sono mediati. Parlare a chi non ascolta, far vedere a chi guarda soltanto, richiede necessariamente un'arte comprensibile e conosciuta, (musica, video, poesia, pittura ...). Ora se il mezzo è tale e non il fine, si deve "tentare" di "spostare" le normali abitudini, le modalità di comprensione dovute ad un addestramento involontario e costrittivo del pubblico e parlare con il proprio linguaggio, senza filtri e limiti imposti da una produzione. Straniare sguardo e udito per offrire uno specchio. Se questo produce nello spettatore un interrogativo, lo scopo è raggiunto.
domenica 24 luglio 2016
A volte... ma non troppo
sabato 23 luglio 2016
lunedì 11 luglio 2016
Lillo di Mauro e Marco Brama "A Nudo" Parole Immagini Musica - 23 Luglio 2016 ore 21.00 - Museo del Patrimonium Sutri (VT)
domenica 3 luglio 2016
Realmente e Soprattutto
Arte, musica, cinema, danza, teatro... come se non ci fosse un apparato industriale, come se gli artisti fossero indipendenti, indispensabili e unici... alla fine ancora oggi vince la poiesis sull'Idea... Siamo abituati e indottrinati al sistema da quando nasciamo, vediamo, ascoltiamo, subiamo una selezione stratificata in millenni. I media sono voce ed espressione di scelte maggioritarie industriali, di produzione, distribuzione, dove l'originalità non è lo scopo, lo scopo è fare soldi, farli in fretta, trasformando tutto in merce, dando corpo perfino alla musica che in fondo, a ben pensare, è immateriale. Accendere la tv, la radio, aprire i libri, andare al cinema; tutto è frutto di una produzione che mette il punto sull'idea trasformandola in prodotto. L'indipendenza è mal vista, non supportata perché in fondo non alimenta il sistema, non produce soldi, piuttosto mette in discussione il sistema stesso che a sua volta non vuole essere messo in discussione. L'occhio e l'orecchio sono tanto attivi quanto e soprattutto recettivi, l'educazione alla cultura, alla prassi, condizionano gusti e scelte già dalla tenera infanzia. Vi siete mai chiesti perché REALMENTE vi piace un genere musicale e non un altro? Un genere cinematografico e non un altro? E SOPRATTUTTO: vi siete mai chiesti perché, nonostante si cresca, si impari, si cambi, si sperimenti, esistono i generi? E perché gli artisti "creano" opere di genere e non opere vere e uniche, diverse come loro e fuori dagli schemi dei generi e della forma? Quella che conosce il mondo dei musei, delle audio/video discoteche, spesso non è arte, ma semplice merce, formalizzata e asservita al sistema industriale. Sarebbe importante che gli artisti, in massa, si ponessero il problema dell'unicità dell'opera, della loro opera, della forma che danno alla loro Idea attraverso la fotografia, la musica, la videoarte, la pittura che sia, nell'epoca della riproducibilità tecnica, uscendo dal meccanismo che alimenta e si autoalimenta. L'autoproduzione e la distribuzione indipendente sono la soluzione ... resto a disposizione per chi volesse approfondire le tematiche di cui sopra. Buona serata a tutti i veri artisti e a tutti i presunti critici. 😊
Next Step
sabato 2 luglio 2016
Mare...
Se è vero che la speculazione nacque e visse nell'agio e l'arte si sviluppò e ancora opera nel bisogno, ecco spiegata la sensibilità, l'affinità degli artisti per chi è alla ricerca di un luogo migliore e la diffidenza del potere nei confronti della qualità. #noborders
Scienzafanta
Ci troviamo in Prigionia, un paese molto antico formato dall'unione di molte regioni. Un paese che vive sfruttando le risorse in modo dissennato. Paese ricco, ma in crisi perché vecchio. Un luogo dove la democrazia è solo apparente e giornalisti e politici sono asserviti all'economia a sua volta asservita alla tecnologia sovvenzionata dalle fondazioni di ricchi signori del potere. Un giorno un giovane uomo guardando lo schermodemonio che trasmetteva informazioni, si rese conto come in fondo ai politici di Prigionia non interessava nulla della gente comune, proprio quella gente che col suo lavoro alimentava e manteneva saldo il sistema economico di base. L'importante per i politici era avere tanti sudditi, più erano e meglio era perché il potere, dopo la loro rivoluzione scientifica, si misurava quantitativamente, con i numeri e non più qualitativamente come accadeva nell'antichità. Più popolazione, più potere personale e fondi dagli invisibili sovrani padroni. Naturalmente bisognava legittimare il tutto. I politici cominciarono a pagare giornalisti e storici che raccontarono quanto necessario alla sopravvivenza del potere politico, ma oscurarono accuratamente le storie dei Re sovrani creando "troll di troll" nella rete delle reti. Il giovane ribelle andò in piazza e gridò: "Basta! Giornalisti e politici avete veramente oltrepassato il limite! Tutta questa vergognosa storia per annullare il voto popolare che ha segnato l'uscita dell'Impero Separato dall'Unione economica delle Prigioni ! Vergogna! È un voto popolare! PUNTO! Non potete dire che è fatto da gente che non capisce nulla e soprattutto, se non capisce nulla, sarà per caso anche conseguenza del vostro sistema scolastico? Siete voi a gestire e organizzare la vita delle persone, siete voi a stabilire i piani ministeriali, siete voi a decidere cosa insegnare, far capire e conoscere alle persone fino alle scuole dell'obbligo! Dopo non potete lamentarvi di nulla, E SECONDO NON POTETE DELEGITTIMARE IL VOTO! Unico strumento di democrazia diretta!" Il giovane era molto preoccupato... preoccupato soprattutto per come pensava si sarebbe affrontata la crisi economica che da anni affliggeva il Pianeta Merdosia e tutte le nazioni più ricche, come quella delle Regioni Unite di Etnocentropoli. Quest, così si chiamava il ribelle pensatore, si rese conto dai telegiornali trasmessi dallo schermodemonio, che la gestione della crisi stava prendendo pieghe pericolose per la popolazione stessa con la costruzione di un sistema terroristico spaventoso... Non era qualcosa di esterno al sistema, ma il sistema stesso che lo aveva generato e alimentato. Quest pensò: "Se non vale un voto, quanto vale una vita? Perché far credere ai merdosi, ovvero a tutti gli abitanti di Merdosia, che il terrorismo è qualcosa di esterno al sistema e non una costruzione segreta del potere per mantenere il sistema in stallo e le persone sotto scacco?" Come fini la storia? Beh, quando giunse voce di quel pensiero alla BIU (Bastarden Intelligence Union) che aveva il compito di monitorare lo stato di segretezza del primo potere, si passo all'eliminazione del vero problema: il pensiero libero di Quest, che venne giustiziato perché ritenuto eversivo e pericoloso.